Non vedeva lontano perché si ostinava a voler guardare le cose troppo da vicino. [...] Un esempio di questo genere di errore possiamo riscontrarlo nell'osservazione dei corpi celesti. Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo punti, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere.
(E.A. Poe)
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Post n°22 pubblicato il 05 Dicembre 2016 da Quaaalude
Loic, nel frattempo, bazzicava le strade profonde dell'ingordigia insieme a una bionda dai capelli corti, sposata a un architetto e quanto mai negligente e annoiata. L'aveva conosciuta, anzi l'aveva toccata su un pullman diretto in città, di cui erano gli unici inquilini. Lei gli si era seduta vicino malgrado l'enorme spazio a disposizione, lui le aveva detto: "Prego, si accomodi." E ne aveva preso le misure con un'occhiata: alta, ben popputa e con due gambe quasi nude e invitanti. Scarpette con tacco invidiabile e camicetta semiaperta per il gran caldo. Insieme avevano seguito le curve del bus gettandosi l'una addosso all'altro nelle curve e nei tornanti più rognosi. Il ragazzo non aveva potuto fare a meno di stirarsi il tessuto sopra il maestoso batacchio e la donna non aveva potuto fare a meno di guardarlo. Era appetitosa e vivace, di certo insoddisfatta dal coniuge. Loic sentiva aderire perfettamente il velluto alla linea della sua cappella in allargamento e, a un certo punto, non riuscendo più a resistere, aveva allungato la mano sinistra sulla schiena della gnocca, poi era sceso ed era risalito dall'interno della camicetta notando che non indossava reggiseno. Era il momento di giocare il tutto per tutto e lui aveva sbottonato la patta estraendo il cazzo scuro già in perfetta erezione. Lei ne era rimasta sbalordita e, inizialmente, aveva fatto la ritrosa voltando lo sguardo. Poi lui l'aveva accarezzata sul collo facendo una lieve pressione per girarle la testa e piegarla sul bastone rigido. La donna non aveva reagito oltre e s'era lasciata andare, massaggiando con la mano affusolata la lunga verga solcata da grosse vene viola. "E se ci vede l'autista?" Aveva sussurrato mentre masturbava il maschio con notevole esperienza. "Magari piacerà anche lui." Rispose Loic. Mancava mezzora all'arrivo nel borgo e lei senza ulteriori indugi si levò la camicetta e si sollevò la gonna intorno ai fianchi, poi si inserì nel sedile del ragazzo e con la mano destra infilò l'uccello nella sua fessura rugiadosa dopo avere scostato le proprie mutande. Così, sballando e pompando a ogni rallentamento e ripresa erano giunti a pochi chilometri dall'abitato. Quello era stato il momento del primo orgasmo della signora, a cui ne erano seguiti altri, in rapida successione. Gridando come pazzi e nell'apparente indifferenza dell'autista erano giunti all'autostazione. (Continua) |
Inviato da: cassetta2
il 12/07/2020 alle 18:16
Inviato da: MerveOrhun
il 15/09/2016 alle 18:41
Inviato da: legrillonnoirdestael
il 02/10/2015 alle 19:42
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30