Two Of Us

Rebecca IX


Da quel giorno la guardò allontanarsi. Rebecca per Loic era diventataun ectoplasma, una presenza remota eppure vicina. Qualcuno da evocare nelle sere d'agosto, quando un temporale improvviso esplode sopra la testa e inonda la baracca di campagna nella qualeLui si sta masturbando furiosamente. Lei aveva preso il volo ed era approdata in un monastero buddhista zen sulle rive dell'Arno. La aveva accolto il monaco anziano. Un gagliardo ultrasessantennecon i pettorali ancora scolpiti sotto il leggerissimo vestito di seta.L'aveva fatta sedere sulle sue ginocchia e l'aveva convinta a sbottonarsi spiritualmente oltre che fisicamente. Quando era rimasta nuda, Lui, visibilmente scosso, l'aveva percorsa con un dito dal piede sinistro fino alla testa e aveva mormorato :"Davverose v'è perfezione nella Rinuncia questa è la prova suprema!" E senza porre nel mezzo nessun indugio aveva accostato le portedi bambù ed era tornato verso la donna con una ben visibile,imponente erezione a sollevargli la veste. Lei aveva sorriso e aveva abbassato pudicamente il viso ma il Reverendo Oweiglielo aveva sollevato dicendo che era assurdo nascondereal mondo una simile bellezza, evanescente certo, ma non per questo meno preziosa. Detto questo si era sbarazzato di tuttigli abiti e vestito solo del suo cazzo ben duro aveva toccato Rebecca sul didietro. Il reverendo padre aveva cominciato adansimare e a diventare rosso come la cresta di un gallinacciomentre solcava la perfetta fessura delle natiche e l'attaccaturadelle stesse al dorso. Poi si era chinato con in volto in fiamme e aveva iniziato a leccare il rugoso buchino del culo della donnamentre con la mano destra manteneva sollecito il suo piacere.Dopo avere saziato a volontà il proprio bizzarro desiderio si era seduto sulla terra spoglia nella posizione del loto e aveva imposto a Rebecca di sistemarsi sopra di Lui e di lasciare scorrere la verga già unta di sperma nel proprio canale anteriore. Lei così aveva fatto ben sapendo che quella era la Via che il sant'uomo Le stava indicando per la remissionedei propri peccati e per iniziare il giusto cammino sulla via della perfezione. Invero era stata sorpreso della robustezzadel monaco e del suo infaticabile pigiare. Si sentiva come un tino d'uva splendidamente calcato da una dozzina di piedi,tanto forte era il procedere nella sua carne di Owei. Si era abbandonata fra le braccia del reverendo, che la sostenevanoperché non avesse da soffrire alcun dolore durante il solidoamplesso. Era andati avanti nell'altalena per diverso tempofinché (complice forse l'età del venerabile e la sua inevitabiledebolezza alla lunga distanza) Lui Le si era riversato dentrocon tutto il suo succo spremuto e L'aveva fatta singhiozzaredal godimento. Poi, concluso il congiungimento carnale, si erano messi a discutere della Sacra Dottrina.(Continua)