Two Of Us

Rebecca XI


 
A turno i ragazzi sfregarono le loro code contro il corpo di Rebecca.Qualcuno non resisteva a lungo e schizzava violentemente sulla pelle bianchissima della donna. Altri, nel momento in cui stavanoper venire erano in grado di ricomporsi e lasciavano la torre di carneciondolare dall'alto verso il basso, pronti per quando fosse stato il loro turno. Damiki, un diciassettenne piccolo ma assai fornito cacciògli altri e volle avere il piacere della prima imbeccata nel buco bollentedi Rebecca. Fu così che la spinse con la testa verso il basso, forzandoal tempo stesso il culetto verso l'aria, e quasi per una sorta di legge di natura la verga sparì, completamente inghiottita dalla fica. I ragazzie Owei erano allibiti: da quello che si mormorava nessuna era mai stata in grado di contenere tutto il saldo vigore di Damiki. Superata la prima sorpresa stettero a guardare mentre il ragazzo spingevaavanti e indietro il cazzo, ben inumidito e solcato da grosse venegonfie. La donna gemeva e mugolava finché Podol comprese la sua muta richiesta e le colmò la bocca dell'ampia ed empia cappellacostringendola a distorcere il ghigno in una espressione volgare e feroce, come piaceva ai giovani monaci. Fu da quel momento cheiniziò una lunga notte. In piedi e completamente nudi i ragazzi si posero all'interno di una fitta fila in attesa del proprio turno. Rebecca,dal canto suo, pareva insaziabile e sganciato con un poderoso FLOP!un membro subito ne faceva spazio ad altri tre, cercando pose al limitedella gravità e assolutamente spericolate. Grosse gocce dense di semela ricoprivano tutta e lei trovava il tempo per leccarsene via alcune senzache questo, tuttavia, la ripulisse completamente. Lo fece dondolandosiviziosamente su un'altalena perversa, lo fece aprendosi a compasso e incollando le mani al pavimento, lo fece in piedi appoggiandosi a un muro bianchissimo, con il fisco esile a novanta gradi di posizione. Cosìandò avanti finché giunse il mattino arrossendo davanti ai corpi giovanied esausti sparpagliati su tutta la superfice dell'ampio luogo. Rebecca,come se nulla fosse successo si recò da Owei, che, unico, era ancorasveglio e non spossato. Sorridendo lo motteggiò: "I tuoi allievi hanno qualche demone in corpo, maestro, ma debbono lavorare ancoraparecchio per soddisfarmi."(Continua)