QuartaParete

NAPOLI IN JAZZ


La città partenopea e i suoi abitanti ‘riarrangiati’ da Gino Rivieccio e la Minale Big Band; un racconto su musica e parole.Quanno ce vo ce vodi Gino Rivieccio e Gustavo Verdemusiche Minale Big Bandregia Giancarlo TrilloDurata: 2hTARGET - Spettatore livello BEGINNER dai 25 anni in su- Divertente
(intervista a cura di Valerio Balestrieri)DRAMA –   Quando le parole sono note e viceversa; Napoli diventa un concetto, un modo di vita. E’ questo il racconto di Gino Rivieccio, classe ’58, nato e cresciuto nel tardo Varietà, ai confini del Cabaret. In viaggio con lui dagli anni ‘60 in poi per riscoprire modi, mode e personaggi dell’Italia partenopea (che è un’altra Italia) e sorriderci su, con un vero e proprio vade-mecum del verso. Rivieccio è un affabulatore, gioca con i termini e con le sillabe; ha un lingua sferzante ma che non ferisce. Di sfondo (ma poi non tanto) la Minale Big Band che a sua volta ironizza con la musica, arrangia e trasforma, anche il più classico dei classici: ‘Era de Maggio’ di Mario Costa  (parole di Salvatore di Giacomo). E poi è tutto un ‘O’ Sole mio’, che tanto sole poi non è, specie negli ultimi tempi; dalla politica, al sociale, dal teatro alla poesia, Rivieccio racconta a suo modo l’essere di Napoli. SET – Scena da Avanspettacolo con Band in prima fila; classico One Man Show. Il fondale bianco cambia colore a seconda delle atmosfere. Band in camicia bianca e bretelle (all’americana) e maestro (di cerimonie) con sax da lancio: un vezzo per chiudere i brani.ACT – Rivieccio diverte in maniera sobria. Costruisce la battuta con attenzione; la sua comicità e ricercata, assai lontana dagli attuali modelli napoletani popolari e sguaiati. Nel suo fare c’è molto Teatro: c’è il trucco, la parrucca e l’abito, che si sa, almeno in scena, fa il monaco. Poi ci sono le canzoni, dai classici americani, alle riuscite parodie, una su tutte ‘Arrivederci Rom’ sulle memorabili note di Garinei e Giovannini. Anche Antonio Bassolino diventa personaggio, forse il più divertente e reale.MOOD – La regia è tradizionale. Alternanza di monologhi e canzoni che permettano al ‘mattatore’ di cambiarsi d’abito; corretta la misura. Coraggioso, ma riuscito l’omaggio a Eduardo De Filippo e Pupella Maggio e il finale serio, ‘Napoli città che aspetta’…qui, il vero comico è maestro e la pelle d’oca è garantita. Una produzioneMusic Station Group