Everyday Happy

Quella volta...


Quella volta che mia figlia finì al pronto soccorso, non ero preparata per tutto quello che successe dopo. Non ero preparata per passare i giorni in ospedale, in attesa che scoprissero cosa avesse…Non ero preparata a stringere la sua manina, mentre era attaccata ad una flebo…Non ero preparata per vedere tutti quei dottori e tutti quegli infermieri che bucavano mia figlia in ogni dove per fare prelievi e analisi.Non ero preparata all’onda di sofferenza che mi ha investito come uno tsunami.A fine gennaio, una mattina come tante, sentivo la fronte di mia figlia calda. Per scrupolo le provai la febbre, e già nel sederino misurava 38,5°. Telefonata alla pediatra e ricovero in ospedale.Giorni e giorni col cuore in gola, mentre la febbre non scendeva. Le hanno fatto di tutto, esami su esami, antibiotici su antibiotici, ma nulla… la febbre non accennava a scendere. E i giorni passavano lenti. Un giorno una dottoressa mi disse:“Sospettiamo sia la malattia di Kawasaki, una malattia rara che se non presa in tempo può causare lesioni alle coronarie. Dato che, anche con l’antibiotico a largo spettro, la febbre non accenna a scendere, vogliamo iniziare a curarla per la Kawasaki. Mi da il suo consenso?”.Ecco… in quell’istante in cui la dottoressa mi disse tutto questo, il mondo è crollato. Il mondo non esisteva più. Abbracciavo forte la mia piccola e non pensavo ad altro. Mi ripetevo che quello era il prezzo da pagare per tutta la felicità che avevo avuto… Mi ripetevo che dovevo essere forte e non piangere. Mi davo la colpa di tutto. Stavo male, anche fisicamente. Le fecero una flebo di immunoglobuline e le somministrarono la cardioaspirina.Lo stesso giorno della flebo, la febbre cominciò a scendere.E pian piano la mia bimba tornò a essere quella di sempre.La riportammo a casa una domenica pomeriggio, con un caldo sole che ci accompagnava.Cenare la sera tutti insieme finalmente a casa è stato bellissimo.Purtroppo questa malattia non è ancora ben definita nella letteratura medica. Non si sa da dove arrivi ne da cosa sia provocata. Non esiste nemmeno un test per scoprire se sia stata veramente quella malattia o meno. Il mio intuito di mamma mi dice che non era nulla di tutto ciò, ma preferisco aver curato mia figlia per qualcosa che non ha, che non averla curata per niente.Ma oggi siamo qui, a distanza di 3 mesi, a festeggiare perché l’ennesimo controllo cardiologico di stamattina ci ha confermato che il cuoricino della mia bimba sta bene ed è sano.In cuor mio sapevo che sarebbe andato tutto bene, ma aver la conferma oggi mi ha dato una nuova sferzata di felicità.I figli sono la gioia della vita e non vorresti che accada loro mai niente di male.Ma le sofferenze fanno parte del gioco e prima o poi dovrò mettere in conto che mia figlia si ammalerà di nuovo.Non ero preparata a tutto ciò. Sono letteralmente caduta dal pero, come si usa dire. Di quei giorni ho un ricordo vago, forse perché non ero proprio in me dalla preoccupazione. Fortuna che avevo accanto mio marito e la mia famiglia.Non so se la prossima volta che accadrà sarò più preparata. Non so come reagirò. So solo che tutto ciò che ci è successo ci ha reso più forti e più uniti di prima. Domani compi 5 mesi, mia meravigliosa creatura… Auguri… Q