Si apra il sipario!

Un'implosione


Un uomo, una donna, il parcheggio di una stazione di servizio.Non si erano mai visti, mai annusati, mai sfiorati, il loro era un rapporto tra il virtuale, il telefonico e il surreale. Apparentemente non c'erano motivi per cui avessero dovuto incontrarsi, era come scrivere una storia dalle frasi senza senso, senza un filo conduttore; eppure tutto questo un senso l'aveva, se pur astratto, se vogliamo quasi esoterico, il motivo era un codice che avrebbero potuto decifrare solamente loro e nessun altro al mondo.Nessuno avrebbe potuto capire perchè per loro due le risate, i silenzi, il gioco dei tempi in cui botta e risposta prendono vita da sè, avrebbero potuto essere una buona ragione per incontrarsi nel bel mezzo della notte.Lei era in ritardo, aveva le mani sudate e scese dalla macchina in completa confusione, con la paura della delusione abilmente mascherata da un sorriso confezionato. Lui la aspettava seduto a mezz'aria, probabilmente chiedendosi se valesse la pena farsi tutti quei chilometri per raggiungere una sconosciuta che, secondo la psicologia più spiccia, di certo non sembrava avesse le rotelle al loro posto.Si guardarono, per la prima volta, e tutto prese forma. Lei infranse il sorriso confezionato, lasciando spazio a sorrisi veri, confidenziali, e si sentì nel posto giusto al momento giusto. Lui le parlò da subito come se si fossero sempre frequentati, come fossero amici di vecchia data.Un uomo, una donna, la suite lussuosa di un albergo disperso nelle campagne.Non c'era spazio, non c'era tempo. Esistevano solo loro due, una bottiglia di vino nel cestello del ghiaccio e le luci lontanissime della città che dipingevano il panorama. Si studiarono, a modo loro, si provocarono, finchè i loro corpi non furono vicini.Non era semplice istinto, nè banale passione del momento, si accarezzarono e tremarono l'uno nelle mani dell'altro.Risero, di ogni cosa, risero dei loro mondi. Si raccontarono, e nemmeno l'ombra del dolore sembrava poter spegnere le loro gioie di quell'istante.Si raccontarono sussurando, e si scoprirono.Lei lo baciò con l'anima e Lui la strinse a se. Non fecero solamente l'amore, alcuni direbbero che non lo fecero affatto, altri direbbero che si spinsero oltre. Le fantasie divennero realtà e la realtà fantasia.Lei gli prese la mano, gli disse di seguirla e andarono alla finestra. Videro l'alba sorgere sulle silenziose colline, e si abbracciarono.Tornarono fra le lenzuola, Lei si addormentò fra le sue braccia, sfinita. Lui non trovava la pace, forse non dormì nemmeno un attimo, forse la guardò dormire. La svegliò passandole l'indice sul naso, una lieve carezza dal sapore dolce, e Lei aprì gli occhi sorridendo e pensò che il resto del mondo era solo bieca sterilità, tutto ciò di cui aveva bisogno era lì. Era felice.Decisero di andare a fare colazione, smisero di condividere il letto e andarono a condividere la stanza da bagno. Si parlarono con la bocca piena di dentifricio, non si separarono mai, nemmeno per quegli atteggiamenti del quotidiano che si direbbero privati. Lei si chinò in avanti per asciugarsi i capelli e Lui si inginocchiò sotto di Lei per poterla guardare.Lei capì che questo gesto non lo avrebbe mai dimenticato.Lasciarono la stanza, e fu da quel momento che la realtà ricadde pesantemente sulle loro teste confuse. Lui ebbe voglia di scappare, lontano anni luce, probabilmente perchè capì che Lei gli era entrata nel cuore, e che da li avrebbe potuto sconvolgere i suoi equilibri ed in particolare i suoi squilibri.Lei cercò di tenerlo con se, cercò di fare in modo che quell'attimo di felicità non fosse spezzato da supposizioni e pessimismi.Lei cercò con tutte le sue forze di tenerlo con se, ma non ci riuscì.Un uomo, una donna e di nuovo la stazione di sevizio.Si separano tenendosi legati, si dicono addio come fosse un arrivederci.Un addio sofferto e sommesso, un bacio dolce, un'implosione.