Quid novi?

Picchiabbò


Carlo Alberto Salustri, meglio noto come Trilussa, non fu solo autore di un notevole numero di poesie e sonetti in dialetto romanesco, ma anche di opere in prosa e molto altro ancora (spesso illustrò lui stesso le sue opere).Picchiabbò -ossia La moje der Ciambellano- è il titolo una favola il cui titolo si ispira al nome del nano di corte di Re Pipino decimosesto, opera di pura fantasia di contenuto altamente umoristico. Secondo Trilussa "L'umorismo è lo zucchero della vita. Ma quanta saccarina in commercio", recita la didascalia ad un disegno di Guasta che illustra l'edizione del 1927 del volumetto di sole 90 pagine (Edizioni d'Arte Fauno, Roma), del prezzo di Quattro lire.La favoletta (che si conclude con il classico "Larga la foja stretta la via se v'ho scocciato la corpa è mia. Ché quanno a tavola se mischia vino sorte la favola de Re Pipino") è stata inserita nella "Biblioteca del Fauno" che, alla data del 1927, comprendeva altri dieci titoli:Le Finzioni della vita (Cappelli, 1918)Favole (Novissima, 1920)Le favole (Mondadori, 1920, 45° migliaio)I sonetti (Mondadori, 1921, 44° migliaio)Nove poesie (Mondadori, 1922, 29° migliaio)Le storie (Mondadori, 1923, 39° migliaio)Ommini e bestie (Mondadori, 1924, 34° migliaio)Lupi e agnelli (Mondadori, 1924, 18° migliaio)Le cose (Mondadori, 1926, 15° migliaio)La Gente (Mondadori, 1927)Alla stessa data erano "sotto i torchi" altri quattro volumi:Parole e fatti (Versi)Il sesto giorno della creazione (Racconto)Angioli e diavoli (Poemetto)Noè e l'arca (Scene antidiluviane)Ovviamente, i volumi sopra elencati non esauriscono la sterminata produzione letteraria di Trilussa. Non escludo, in futuro, di trascrivere, in tutto o in parte, l'intera favola, illustrata con divertenti disegni, dopo aver verificato di non violare diritti di qualsiasi genere.Naturalmente, ove decidessi di recedere dal proposito di abbandonare definitivamente il blog.