LII.Al Cardinale di TournonSacro pastor, che la tua greggia umile,di caritade acceso e d'Amor pieno,guidi fuor del mortal camin terreno,per ricondurla al suo celeste ovile;se 'l ben' oprar ti rende a Dio simile,or che raggio divin le scalda il seno,ricevi o Santo nel tuo pasco amenoquesta tua pecorella errante e vile;sì che possa ridotta in piagge apriche,ove nocer non può contraria sorte,né fiere stelle al nostro danno intente;poste in oblìo l'acerbe sue fatichefuggir le pompe, e disprezzar la morte,tenendo sempre in Dio ferma la mente. LIII.Allo stessoSignor nel cui divino alto valoretanto si gloria l'una Gallia altera,e l'altra tutta mesta e afflitta sperapor fin a l'aspro suo grave dolore,poscia che voi tornando, il suo splendoretorna e fa bella Roma:ecco la sparsa chioma,ella v'accoglie lieta, e manda fore,voci gioconde a asciuga gli occhi molli,e Tornon grida 'l Tebro e i sette colli.La pace, la letizia, a la sublimeschiera de le virtù sacre, ch'a noispariro al partir vostro, ora con voiriedono, e fan contesa al tornar primele Muse a celebrarvi in versi e in rime;destano i chiari spirti,ond'or s'ergano i mirti,e i lauri spargon l'onorate cime,e prima de l'usato il mondo infiora,e l'aria empie d'odor Favonio e Flora.Fra tanto almo gioir, fra tanta festa,ch'oggi al vostro tornar si mostra e sente,anch'io la speme, e la letizia spentepoter nudrir ne l'alma dubbia e mesta,se mirate, Signor, quel che m'infestanoioso e aspro duoloche voi potete soloridurmi in porto da crudel tempesta,e volgendo ver me pietoso il cigliotrar mia vita di doglia e di periglio.Canzon, se innanzi a lui per grazia arrivi,che dee chiuder di Giano il tempio aperto,benché nulla è 'l mio mertopregal, che sola non mi lasci in guerrapoi che per lui si spera pace in terra.Tullia d'Aragona
Al Cardinale di Tournon
LII.Al Cardinale di TournonSacro pastor, che la tua greggia umile,di caritade acceso e d'Amor pieno,guidi fuor del mortal camin terreno,per ricondurla al suo celeste ovile;se 'l ben' oprar ti rende a Dio simile,or che raggio divin le scalda il seno,ricevi o Santo nel tuo pasco amenoquesta tua pecorella errante e vile;sì che possa ridotta in piagge apriche,ove nocer non può contraria sorte,né fiere stelle al nostro danno intente;poste in oblìo l'acerbe sue fatichefuggir le pompe, e disprezzar la morte,tenendo sempre in Dio ferma la mente. LIII.Allo stessoSignor nel cui divino alto valoretanto si gloria l'una Gallia altera,e l'altra tutta mesta e afflitta sperapor fin a l'aspro suo grave dolore,poscia che voi tornando, il suo splendoretorna e fa bella Roma:ecco la sparsa chioma,ella v'accoglie lieta, e manda fore,voci gioconde a asciuga gli occhi molli,e Tornon grida 'l Tebro e i sette colli.La pace, la letizia, a la sublimeschiera de le virtù sacre, ch'a noispariro al partir vostro, ora con voiriedono, e fan contesa al tornar primele Muse a celebrarvi in versi e in rime;destano i chiari spirti,ond'or s'ergano i mirti,e i lauri spargon l'onorate cime,e prima de l'usato il mondo infiora,e l'aria empie d'odor Favonio e Flora.Fra tanto almo gioir, fra tanta festa,ch'oggi al vostro tornar si mostra e sente,anch'io la speme, e la letizia spentepoter nudrir ne l'alma dubbia e mesta,se mirate, Signor, quel che m'infestanoioso e aspro duoloche voi potete soloridurmi in porto da crudel tempesta,e volgendo ver me pietoso il cigliotrar mia vita di doglia e di periglio.Canzon, se innanzi a lui per grazia arrivi,che dee chiuder di Giano il tempio aperto,benché nulla è 'l mio mertopregal, che sola non mi lasci in guerrapoi che per lui si spera pace in terra.Tullia d'Aragona