Quid novi?

Il Dittamondo (1-02)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO PRIMOCAPITOLO IIDal sonno sciolto e sviluppato m’era, quand’io udii sonar tra’ verdi rami la dolce melodia di primavera. Al vago canto subito volta’mi, rimembrando il piacere e ’l gran valore, 5 per lo qual giá soffersi seti e fami. Qui provai io il ver: che, poi ch’amore s’è barbato nel cor, a che fatica si può schiantar, che non germogli il fiore.Ma pur non punse sí la dolce ortica, 10 ch’io non tornassi a quel disio proposto, del quale in me giá granava la spica. E come meco fui, altresí tosto tolsi l’udir da quel soave canto, tolsi l’imaginar, ch’io v’avea posto, 15 e levai gli occhi e vidi che giá tanto era alto il sol, che sopra l’orizzonte parea salito il Toro tutto quanto. Poi ritornai vèr la terra la fronte, per rimembrare il sogno e le parole 20 di questa donna, sí come l’ho conte. E qual se ciò mi piacque intender vole, pensi quanto fu lieto allor Ioseppo che ’l sogno fe’ de la luna e del sole. Io mi levai diritto sopra un ceppo, 25 per divisar qual fosse il mio cammino: e d’ogni parte m’era il bosco e ’l greppo. E come avièn talora al pellegrino, che ha perduta la strada e che non vede cui dimandare, né per sé è indivino, 30 che ricorre a quel Ben, ch’egli ama e crede, e, con pura e devota intenzione, e consiglio e soccorso li richiede, cosí mi puosi allora in ginocchione, le mani aggiunte, e, con fermo disio, 35 incominciai cotale orazione: "O somma, o prima luce, o vero Dio, che ’n Ararat salvasti e conducesti l’arca e Noè, quando ogni altro perio, e ’l popol tuo del mare a pie’ traesti 40 nutricandol di manna, in fin ch’apresso ne la terra promessa il conducesti, e che a Tobia Rafael per messo e per guida mandasti, onde pervenne a piú che ’l padre non li avea commesso, 45e che Abraam salvasti, quando tenne, per campar Loto, dietro da gli Assiri con la gran fede e con le poche penne, fa’ che per grazia tanta luce spiri da gli occhi tuoi ne’ miei, che senza velo 50 del mondo scorga tutti quanti i giri. Te, padre, invoco, Te, fattor del cielo, come solean gli antichi a simil peso chiamar Appollo, Iuppiter e Belo". E com’io stava al prego sí sospeso, 55 a gli occhi un lume subito m’apparve qual par balen, che vien per l’aire acceso. E giunto, altresí tosto via disparve: vero è che, esso apparendo in mia presenza, una boce che disse udir mi parve: 60 "Paura, vanitá e negligenza fa che tu sdegni e in cui preghi spera, se vuoi di quel che brami esperienza". Cosí la grazia de la somma spera m’aperse lo ’ntelletto oscuro e bruno, 65 confortando la donna, che quivi era. E dove pria parea pur bosco e pruno, vidi sí sciolta e aperta la strada, ch’io rendeo grazia a Quel ch’è tre e uno. O vivo amore, come cieco bada 70 qual fugge Te e pon la sua speranza nei ben mondan, che son men che rugiada! Lettor, pensa per te quanta baldanza a seguir la mia impresa presi allora, ch’io non tel saprei dir per somiglianza. 75 Su mi levai, che piú non fei dimora, e trovai me a seguitar la voglia tanto legger, che me ne segno ancora. Né spino a’ piedi, né a gli occhi foglia mi facean noia, ond’io seguiva il passo 80 senza fatica alcuna e senza doglia. Dinanzi a una croce, a’ piè d’un sasso, un romito trovai, che ne l’aspetto per lunga etá era pallido e lasso. La bianca barba gli listava il petto e i cigli tanto li cadeano in gioso, che gli erano a la vista un gran difetto. "O padre, che vi state sí nascoso in questo bosco, in tanta penitenza, solo per acquistar l’alto riposo, 90 da poi che Dio ne la vostra presenza condotto m’ha di loco assai lontano, piacciavi darmi di voi conoscenza". Cosí ’l pregai; ond’ello con la mano lo palpir prese e la vista scoperse; 95 poi mi guardò con volto onesto e piano. Apresso disse: "Di parti diverse son qui venuto, com piace a Colui che per noi morte a la croce sofferse. Polo è ’l mio nome e onde e chi giá fui 100 qui piú non dico. Ma tu come vai sí sol per questi boschi oscuri e bui?" La vita e la mia mossa li narrai a parte a parte; ond’ello a me ne venne e, con dolci parole e care assai, 105 la notte seco ad albergar mi tenne.