Quid novi?

Giovambatista Ricchieri (5-8)


Giovambatista Ricchieri (5-8)Mercurio abitato.V.Di Mercurio, che gira intorno al SoleSì da vicin, l'adusto abitatoreDa quell'ampia di fuoco accesa moleQuale mai soffre aspro cocente ardore?Così pur l'alma mia se avvien che voleA' rai di Cinzia, in quel vivo splendoreS'accende, e riportare misera suoleImmense fiamme a incenerirmi il core.Ma quelli almeno, allor che il denso veloStende la notte, e il suol d'ombra si tinge,Provan meno cocenti i rai del Cielo.Io sempre avvampo; e, mentre mi sospingeA ria morte l'ardor, carca di geloUna barbara mano il cor mi stringe.Venere abitata.VI.Quella, o Cinzia, che vedi argentea StellaRischiarar della notte il velo ombroso,Prende i raggi dall'Astro luminosoDel giorno, e il nome ha dalla Dea più bella.Oh se giammai più da vicino in quellaMirassi ciò, ch'ora al tuo guardo è ascoso!Là, qual tra noi, vedresti un numerosoStuol di viventi, ond'è feconda anch'ella.Ogni Ninfa vedresti, ogni PastoreFidi amarsi in quel Mondo, ove risiedeCon la sua cara e bella Madre Amore.E se colà, Cinzia, fermassi il piede,Ahi qual farebbe a sì bell'alme orroreIl tuo cor pien d'orgoglio, e senza fede!Marte abitato.VII.Quell'Astro, che di luce sanguinosaNel celeste risplende ampio sentiero,Con antica memoria favolosaLa Reggia si credea del Dio guerriero.E il cieco volgo, che lasciar non osaQuel, ch'apprese dagli Avi, error primiero,Come d'orrida Stella e minacciosaNe dipinge l'immago al suo pensiero.Ma i Saggi, il vero a rintracciare intenti,San, che quell'Astro è un Mondo, ov'ha soggiornoStuolo d'innumerabili viventi.San, che al par della Terra ei gira intornoAl Sole, e che fra varie immense gentiSoli non siamo, a cui s'accenda il giorno.Giove abitato.VIII.Di Giove intorno al vasto Globo io miroQuattro Stelle, or sceme, ed or crescenti,Che nell'alta del Ciel parte si uniroDi quel gran Mondo a illuminar le genti.Né col folle pensiero io già deliro,Immaginando colassù viventi,Cui riflettan quegli Astri erranti in giroDal Sol, quando s'asconde, i rai lucenti.Veggiam pur, se la Luna in Cielo appare,Che solo a noi splende nell'ombra oscura,Non a i monti insensati, a i boschi, al mare.Così ad altri viventi arde la puraLuce di quelle argentee faci e chiare;Che a vuoto oprar non seppe mai NaturaGiovambattista o Giovambatista RicchieriTratto da: Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio (Genova, Bernardo Tarigo, 1753)