Quid novi?

Il Dittamondo (1-09)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO PRIMOCAPITOLO IX"Se ’l mio parlar per te ben si conchiude, conoscer puoi ch’i’ son dal mezzogiorno passato a le Meotide palude, e come l’Ocean gira Asia intorno da le tre parti e a cui il mar Perso, 5 l’Indio, il Rosso e ’l Caspio dán del corno, e dove il Nil la parte per traverso col mar Mediterran, col Tanaí, che ’n Rifeo nasce e ne la Tana è perso. Qui lascio Europa, Sizia e Danaí, 10 e ’n vèr l’Africa dirizzo lo stilo, dove segnai Egitto e Sinaí. Libia truovo, c’ha da levante il Nilo, e tanto è lunga e larga, ch’a cercarla non vi pur basta come a Teseo il filo. 15 Lá son le serpi di che Lucan parla; con l’Etiopia al mezzodí s’aggiunge: ben lo vedrai, se verremo a trovarla. Il Libico mar verso noi la punge e tanto si dichina in vèr ponente, 20 che con le maggior Sirti si congiunge. Etiopia di sopra, in oriente, con le selve d’Egitto s’accompagna e, di verso aquilone, il Nilo sente. Dal mezzogiorno l’Ocean la bagna e ’n vèr zeffiro tanto si distende, che porge ad Atalante le calcagna. Segue Tripolitana, la qual prende Trogoditi a levante e le gran Sirti e con Bisanzo a ponente s’intende. 30 E se le sue confin deggio ben dirti, Garama tocca e sente l’Etiopo dal mezzodí, con altri acerbi spirti. Poi, come piú a l’occidente scopo, trovo Bisanzo e trovo Numidia, 35 Cartago e Getulia com li van dopo. E questa gente da parte meridia tien l’Etiopo; in vèr settentrione coi Sardi s’hanno alcuna volta invidia. Di vèr zeffiro, una gran regione 40 giunge, la quale Mauritana è ditta: e qui son volti neri com carbone. La Mauritana da ponente è fitta sopra la Malva e, nel meridiano, in verso monte Astrix le branche gitta; 45 in fra Maiolica e ’l mar Ciciliano distende e rallarga la sua piaggia e indi sente il vento tramontano. Poi, dove il sole al vespro par che caggia, è Tingitana e questa con la coda 50 perde la terra e l’Oceano assaggia. Gaditan vede da la nostra proda e, di verso austro, volger si diletta a Gaulea e con quella s’annoda. E cosí giunto son fino a la stretta 55 di Calpes e Galbine; or qui puoi, dunque, l’Africa imaginar ch’è lunga e schietta. E pensa l’Etiopia, con qualunque provincia nomo, ch’io la truovo sempre dal mezzogiorno: e questo non falla unque. 60 Poi dietro a l’Etiopia par che stempre tanto il calore la giacente rena, che natura vi perde le sue tempre. Qui sono i gran deserti e la Carena e, dietro a tutto, l’Oceano è poi, 65 che da levante a ponente incatena. Di vèr settentrion, dove siam noi, d’Africa il nostro mar le piaggia immolla con quanto tien di Libia i liti suoi. Or, perché veggi in fino a la merolla, 70 le Sirti, ch’io nomai, son acqua e terra che sempre tira e ciò che prende ingolla. Qui mi potresti dir: - Dimmi s’egli erra qual l’Africa crede il terzo del mondo o pur che ’l vero ne la mente serra -. Erra certo, ché, sestando il suo tondo, non giungerebbe a tanto d’assai e propio l’abitato è di men pondo. L’Africa lascio, ché n’è tempo omai, e torno, per volerti divisare 80 Europa, dove il Tanai lassai. Ma tanto veggio te nel cuore stare sopra pensiero e non parer contento, che l’ombra del perché dentro al mio pare". "Tutto ciò che m’hai detto intendo e sento; 85 ma com’è ciò, che sí poche province mi nomi in cosí gran comprendimento?" "Qui dèi imaginar ch’un regno ha prince, duchi, marchesi, conti, e piú paesi: poi sopra tutti il nome del re vince. 90 E l’anno ha settimane e dí e mesi ed in un corpo sol son molte membra: per ch’io, parlando d’uno, di piú intesi. Ma perché, ragionando, mi rimembra l’isole Fortunate, le ricordo: 95 ben le vedrai, quando v’andremo insembra, se di tanto cercar sarai ingordo".