Quid novi?

Giovambatista Ricchieri (13-16)


Giovambatista Ricchieri (13-16)La Luce.XIII.Quando l'alta di Dio Mente infinitaTrasse dal nulla questa mole immensa,Per avvivar la massa informe e densa,Creò la Luce, e le dié moto e vita.Questa è l'alma del Mondo; e insieme unitaSplende nel Sol con viva fiamma intensa:E quindi agli Astri e al suol i rai dispensa,E del Fabbro Divin l'immago addita.Essa dà moto all'acque, al fuoco, a i venti,Vita alle piante; e dalle sue favilleTraggon l'esser primier tutti i viventi.Ma poi, raccolta nelle tue pupille,Vibrò sì luminosi i raggi ardenti,Che rea si fé di mille morti e mille.L'Aurora boreale.XIV.Per incognita legge di NaturaOgni corpo è dall'altro attratto, e senteL'interne scosse allora più violente,S'egli è minor di mole, e di figura.Quindi talor parte dell'aurea e puraSfera dell'Astro, che fiammeggia ardente,S'attrae dal nostro Globo, e rilucenteL'aria veggiam nell'atra notte oscura.Nasce così la boreale Aurora;Ma non sapea l'antica etade inanteLa cagione, onde il Ciel da lei s'indora.Perciò destrieri, accese travi, e tanteSi figurò vane apparenze allora,Che il nuovo comparia splendor vagante.Il Parelio.XV.Talor nell'alta region de i Venti,Onde il sulfureo scende orribil telo,Vasta nube al rigor di quegli algentiImmensi vuoti si condensa in gelo.Ma se percossa è poi da i raggi ardenti,Si dirada sul ghiaccio un'acqueo velo,E, riflesso da quel, veggon le gentiUn doppio Sol folgoreggiar nel Cielo.Così quel vetro, sotto a cui si stendeBianco metallo, il chiaro opposto oggettoRiflette, e raddoppiato a noi lo rende.Che se, Cinzia, lo miri, ivi ristrettoApparisce il tuo volto, e sì risplende,Che, ingannando lo sguardo, infiamma il petto.Il Vento.XVI.Credea con folle error la favolosaAntica età, che orribili frementiNel sen d'ampia montagna cavernosaEolo fermasse imprigionati i Venti:E che, aprendosi poi la ruggionsaPorta, carchi di nembi, e d'ira ardenti,Portasser guerra alla campagna ondosa,Tutte ingombrando di terror le genti.Vane follie! Questo, ove abbiam soggiorno,Vasto globo su i Poli errando gira,E là, d'onde partissi, ei fa ritorno.Or mentre ei va ruotando, ancor s'aggiraL'aria, che immensa a lui s'avvolge intorno,E a quel rapido moto il Vento spira.Giovambattista o Giovambatista RicchieriTratto da: Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio (Genova, Bernardo Tarigo, 1753)