Quid novi?

Rime di Cino Rinuccini (4)


RIMEdiM. CINO RINUCCINIfiorentinoSCRITTO DEL BUON SECOLO DELLA LINGUASonetti, canzoni e ballate e altri versi composti da Cino diM. Francesco Rinuccini cittadino fiorentino, ed uomo neisuoi tempi di lettere ornatissimo.Amore, spira i tuoi possenti raiIn questa vaga e semplice angiolella,Che non s’accorge ancor quant’ell’è bella,E come piace più ch’ogn’altra assai.Chè forse porrei fine a tanti guai,Se questa ch’arde me con sua facella,E ch’ha negli occhi bei mille quadrella,8Sentisse come il cor non posa mai.Ed ella è adorna, vezzosa e gentile,Nè già mai scese dall’empireo cieloCosa sì bella che passa ogni stile.Sua semplice durezza fammi un gielo,Che ancide dentro il core e fammi vile,Se non soccorri col dorato telo.Io veggio ben là dove Amor mi scorgeLusingando mia sensi a poco a poco,E come la ragione è morta, il focoVa sormontando: s’altri non mi porgeMiglior medela, li fero mal risorgeMoltiplicando nell’usato loco:Il perchè chiamo morte e son già fioco,Nè questa mia nemica se n’accorge.Che del mio lamentar venuta è sorda,E ’l sensibile cor fatto ha di smaltoOnd’altro mai che pianti o sospir merco.Nè val che la ragion par mi rimordaTanto fu ’l colpo suo profondo ed alto,14Che cieco il danno mio centra me cerco.Amor, tu m’hai condotto sì allo estremoCh’io non posso durar più nel tuo foco,Ma sento mancar l’alma a poco a poco,E ’l debil corpo al tutto venir meno.Ed ogni spirto ho sì munto e leno,Ch’io abbandono già lo tristo loco,Dove per lamentar son fatto rocoNè più di te, o crudel morte, temo.Ma ben ti prego, signor mio, ch’alloraChe uscirò fuor di questa mortal vita,Ch’esta Fenice e delle donne donnaNon senta come Amor per lei m’accora;Perchè pietà sua bellezza infinitaTurberebbe, e di lacrime la gonna.