Quid novi?

Rime di Veronica Franco


Rime di Veronica Franco e brevi note biograficheLe Terze rime di Veronica Franco ebbero una sola edizione nel Cinquecento (Venezia, senza indicazione tipografica, 1575). Una ristampa di esse (con una scelta di sonetti), per quanto scorretta, si ebbe solo nel 1912, curata da Gilberto Beccali e stampata a Lanciano dal Carabba. Di gran lunga migliore l'edizione del Salza (G. Stampa, V. Franco, Rime, 1912), che ha anche il pregio di radunare tutti i sonetti della Franco, che ci son pervenuti, e che erano fino allora sparsi in varie raccolte a stampa, fra cui ricorderemo le Rime di diversi eccellentissimi authori sulla morte dell'illustre signor Estor Marlinengo, conte di Malpaga ..., raccolte dalla signora Veronica Franco, s.n.t., 1575.Indice sonetti e Terze RimeI 16 sonetti di Veronica FrancoTerze Rime 1-2Terze Rime 3-4Terze Rime 5-8Terze Rime 9-10Terze Rime 11-12Terze Rime 13-14Terze Rime 15Terze Rime 16Terze Rime 17-18Terze Rime 19Terze Rime 20 (1)Terze Rime 20 (2)Terze Rime 21-22Terze Rime 23-24Terze Rima 25 (1)Terze Rima 25 (2)Brevi note biografiche di Veronica Franco.Gli storici della letteratura italiana non sono stati troppo teneri con la Franco (1546-1591), famosa cortigiana di fine '500, definita sin nel titolo di alcuni volumi come "meretrice" e "prostituta", senza mezzi termini.Misurata come al solito è invece la Bergalli Gozzi ("Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d'ogni secolo" ... parte seconda, che contiene le rimatrici dell'anno 1575 fino al presente, Venezia, Antonio Mora, 1726), che si limita a lodarla in una righetta scarsa: "Veronica Franco Donna di gran talento Veneziana, fiorì del 1578. le sue Terze Rime vanno impresse senza nome di Stampatore. pag. 18".Nel citato volume la Bergalli riporta tre poesie della Franco, mentre il sito Italian Women Writers riporta per intero il volume delle sue "Rime" (Bari, Laterza, ca. 1575), contenute anche in "Gaspara Stampa-Veronica Franco: rime", ed. Salza, 329-361, 380-386, Ed. Salza, Abd-el-Kader, 1875-1919.Il noto ritratto di Veronica Franco (vedi mio post su questo blog) è di Jacopo Tintoretto (si presume eseguito nel 1575, custodito presso il Worcester Art Museum, Worcester, Mass).Breve saggio su Veronica FrancoVerso la fine del secolo, quando all'imitazione petrarchesca si sostituì una poesia che cercava di aprirsi, pur tra tante sovrastrutture di maniera, ad aspetti più realistici, troviamo la cortigiana veneziana Veronica Franco (1546-1591), donna di grande intelligenza e buona cultura. Ella intrattenne numerose relazioni con nobili e letterati del suo tempo. Di lei rimangono, oltre a un gruppo di sonetti, le Terze rime e le Lettere familiari a diversi.Il Tintoretto dipinse un suo ritratto e si dice che Enrico di Valois, prima di tornare a Parigi, per essere incoronato re di Francia col nome di Enrico III, si fermasse a Venezia proprio per esserle presentato.Le Terze Rime si possono definire lettere in versi sui più svariati argomenti, ma soprattutto sull'amore, sulla gelosia, sul ricordo di luoghi cari all'autrice, come Venezia o la campagna di Fumane nella Valpolicella. Lo stile della poetessa è decoroso, non convenzionale e, nella confessione dei suoi amori, venato da una schietta sensualità .Audaci dovettero sembrare ai suoi contemporanei parole come quelle della poesia che segue:Certe proprietadi in me nascosevi scovrirò d'infinita dolcezza,che prosa o versi altrui mai non espose...Così dolce e gustevole divento,quando mi trovo con persona in lettoda cui amata e gradita mi sento,che quel mio piacer vince ogni diletto,sì che quel, che strettissimo parea,nodo dell'altrui amor divien più stretto.Le terzine sotto riportate sono sempre tratte dalle Terze Rime e parlano del sentimento di quieta amicizia per l'uomo un tempo amato che torna dopo molti anni :Del mio passato amor dalla potenzaqueste faville in me sono rimaste,più temperate e di minor fervenza;da queste accesa, le mie voglie castein quella guisa propria di voi formo,che 'l santo amor a circonscriver baste.In amicizia il folle amor trasformo,e, pensando alle vostre immense doti,per imitarvi l'animo riformo;e, se 'n ciò i miei pensier vi fosser noti,i moderati onesti miei desirinon lascereste andar d'effetto vuoti.Riduzione da: "Le Donne nella Storia Letteraria Italiana" di Gioia Guarducci, tratto da L'Alfiere, rivista letteraria della "Accademia V.Alfieri" di Firenze.