Quid novi?

Rime di Cino Rinuccini (7)


RIMEdiM. CINO RINUCCINIfiorentinoSCRITTO DEL BUON SECOLO DELLA LINGUASonetti, canzoni e ballate e altri versi composti da Cino diM. Francesco Rinuccini cittadino fiorentino, ed uomo neisuoi tempi di lettere ornatissimo.18Talor piango i’, Amor, sì coralmenteChe tu che ’l vedi ti muovi a pietate,E se non fussi tua benignitate,Abbandonato avrei ’l secol presente.Ma tu conforti la mia afflitta menteDicendo; va con tua umilitatePer via seguendo, che le più fiateVince pietà così altera gente.Ed io seguo tuo dir, ma questa petraÈ duro diamante e fredda neve,Nè s’addolcisce già, nè sente il caldoDi te, signor, ch’hai vota la faretraDe’ tuoi dorati strali e fatta lieve;Sicchè con teco omai mia morte saldo.19Deh, perchè m’ha’ fatto, Amor, suggettoDi questa tua e mia crudel nemica,Sicchè battaglia tal nel core intrica,Che di pianti e sospir mi fregia il petto,Il qual s’è fatto d’ogni duol ricetto.Signor mio, benchè con vergogna il dica,Tu non puoi di pietà già farla amica,Il perch’io chiamo morte con diletto,Or mio fìa ’l danno e tuo fia il disonore,Poich’esta pargoletta disarmataDisarma te, che co’ dorati straliVincesti Febo, ch’avea avuto onoreDel gran Pitone; omè, ora è abbassataTua signoria, e contra lei non vali.20Se mortal fosse stato il grave colpoCol qual da prima, Amor, tu mi feristiE dì sì rei e lagrimosi e tristiFiniti avrei, per cui mi snervo e spolpo.Nè del mio male altri che te incolpo,Ch’i leggiadr’occhi sì pietosi apristi;Poi fatti gli hai crudel: ciò consentistiPer più mie pene, sicchè mai mi scolpoDa’ gravi colpi tuoi; ch’a poco a pocoPer continua usanza m’han sì avvezzo,Ch’io sopporto ogni pondo e fommi forte,Per più incender nello ardente foco;E nullo altro ho, se non il mio mal prezzo.Aggine tu pietà, o dolce morte.