Quid novi?

Rime di Cino Rinuccini (8)


RIMEdiM. CINO RINUCCINIfiorentinoSCRITTO DEL BUON SECOLO DELLA LINGUASonetti, canzoni e ballate e altri versi composti da Cino diM. Francesco Rinuccini cittadino fiorentino, ed uomo neisuoi tempi di lettere ornatissimo.21Questa è colei, Amor, che n’addolcisceIl core e lusingando a morte il mena,Questa è colei, ch’or turba or rasserenaL’alma, che spesso trema e impallidisce.Questa è colei che dolce e amaro misce,Sì ben ch’io non ho polpa, osso o venaCh’io non senta mancar, nè credo a penaGiungere al porto, sì l’alma invilisce. Dunque, signor, che fra dubbiosi scogliOr d’un oscuro, ed or d’un chiaro lumeVedi trascorsa la mia debil barca;Se da sì fallac’onde non mi togli,O se da volar via non mi dai piume,Sento romper il fil l’ultima Parca.22Con gli occhi assai ne miro,Ma solo una nel coreNe tieni, — Amore, per cu’ sempre sospiro.Questo fo per iscudo,E per me’ ricoprireI mortal colpi che sentir mi fai.E tu sempre più crudoTien freddo il suo disire,E fammi traditor, nè ciò fu mai.Dunque, signor, che ’l sai,Scuoprile il mio dolore,E dille; muore — senza colpa in martiro.23Contento assai sarei, dolce signore,Se io potessi con morte finireLa mia gravosa pena e ’l gran martire,Che dentro chiude il tormentato core.Ma perch’io veggio che sarebbe erroreSe io facessi sì col mio morireChe veder non potessi più aprireLa luce, con che vinci ogni splendore;Vivo morendo, ed ognora ripensoQuanto soavi e dolci in me porgestiDaprima gli occhi, ch’or m’han fatto un sasso.Nè d’altro si lamenta un core offenso,Se non che come ferito il vedesti,Con lei ti congiurasti; oimè, lasso!