Quid novi?

Rime inedite del 500 (VII)


Tratte da: Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)VII[1 Di Angelo Di Costanzo]Di Angelo Di CostanzoSospir, ch'uscite da quel nobil corePer la bocca di perle adorna e bella,Deh ditemi di me qualche novella:Son vivo, ivi entro, o pur son morto e fuore?Regna pur là del mio vivace ardoreQuell'empia voglia e di pietà rubella?O forse, oimè!, per mia maligna stellaSete voi messi d'alcun novo amore?Hor se ciò vuol mio fato iniquo e rio,Tornate indietro e solo il vostro intentoSia pur tosto drizzato al morir mio.Ch'io per minor mio mal resto contento,Pur che fuor non vi spinga altro disio,Che sia vostro soggetto il mio tormento.[2 Di Angelo Di Costanzo]Di Angelo Di CostanzoQuei sospir caldi, che dal fondo internoEscon ad or, ad or dal vostro core,Donna d'ogni virtù, vivace fioreE del rio secol nostro onor eternoNon si creda che sian, s'io ben discerno,Segni di vostro mal forse, o d'ardoreChe umana passïon non ha vigoreIn corpo, ond'abbia cura il re superno.Ma son le voci di ben mille amantiChe dentro il vostro cor pudico e saggioTormentando tenete in doglia e 'n pianto.Le quai per sì leggiadro e bel vïaggioEscono a palesar gli onesti e santiVostri pensieri, e 'l lor soverchio oltraggio.[3 Di Angelo Di Costanzo]Di Angelo Di CostanzoLasso, s'ogni falcon quando si vedeColomba più di lui lieve e speditaVolar innanzi, di periglio uscita,Ch'ei d'arriciarla più non spera o crede.Riservando il suo volo ad altre predeTosto ch'egli ha la prima voce udita,Che da lontano a ritornar l'invitaIn pugno al cacciator veloce riede.Perché non ritorna anco il mio pensiero,Che già sei anni il chiamo? E per mio maleChe più m'ascolti e torni omai non spero.Forse l'aver seguìto obbietto taleBenché sia stato indarno, il fa sì altieroCh'abitar più non degna in cor mortale.Tratte da: Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)