Quid novi?

Rime di Cino Rinuccini (14)


RIMEdiM. CINO RINUCCINIfiorentinoSCRITTO DEL BUON SECOLO DELLA LINGUASonetti, canzoni e ballate e altri versi composti da Cino diM. Francesco Rinuccini cittadino fiorentino, ed uomo neisuoi tempi di lettere ornatissimo.41Quel pauroso spirto che procedeD’Amore, e sempre seco morte mena,Mi par che v’abbi avvolto la catenaAl collo, per fuor trarvi di merzede.Nè la trist’alma va con altro piede,Poich’ha così perduta ogn’altra lena,Che tremar fammi tanto a vena a vena;Con tanta forza crudeltà vi fiede. Ma il rimedio di sì stremo puntoÈ la speranza ch’altri in vita tiene,Con pazïenza pregando il signoreChe regna tra li Dei, che ’l già consuntoAnimo stanco e pien di tutte pene,Conforti con un bel guardo d’amore.42Non argento, oro o pietre prezïose,O regno, o imperio, o alcun principato,Veste o vivande han mai fatto beatoL’animo ch’ha suggette queste cose.E però lodo tua vita, che ascoseSè dall’errante mondo, ond’hai acquistatoGià del saper gran parte, poich’hai datoPrincipio buono ove tu’ alma pose. Nè in saper virtù, ma operandoCon essa abituato e contemplareCol sapere acquistato, o caro frate,È il tesoro, che qui felicitareFa l’alma, sì che credendo e sperandoNel fin voliamo a vera claritate43Ben conosch’io la nostra fragil vita,E come tosto dee ’l tempo fuggire;Ben conosch’io che altro che martìreNon è dove sta l’alma sbigottita;Ben conosch’io che a quanto Amor m’invitaÈ piacevole incarco e rio fallire;Ben conosch’io che chi sa ben morireLieto s’invia alla bontà infinita.Che fai dunque, alma mia; non ti vergogni?Ov’è lo proprio natural rimorsoDi conoscenza che ’n ragion ne tira?Lascia le ciance omai, e’ brievi sogniDel cieco mondo, e lor fallace corso;Pensa che ’l sommo Ben sempre ti mira.44Chi guarderà mia donna attento e fisoVedrà ch’ell’è dell’altre somma Idea,E dirà che natura non poteaFormar sì vago lume e dolce riso.Ma chi sempre governa il paradisoTal la produsse, perch’ogn’uomo steaAttento a rimirar quanto e’ potea,Quand’ei formò ’l leggiadro suo bel viso.Nè le mancò se non ch’ella è mortale,E ciò fe per a tempo a sè ritrarla,Per adornarne il ciel, dov’e’ si posa.Però umìl priego lui che quando il fraleVelo deciderà per liberarla,Che allor segu’io così mirabil cosa.