Quid novi?

Rime inedite del 500 (XIX)


Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)XIX[1 Di Giovan Francesco Bruni]Di monsignore Bruno Vescovo di NolaChe cosa è amor? Egli è un vano appetito.Che causa quest'amor? Pensier' oziosi.Du' stan questi pensier? Nel petto ascosi,La volontà da poi ne fa convito.Che fa il libero arbitrio? Ei tien l'invito,Lascivia vien con suoi cibi gelosiDove sta il cuor tra strali amorosi,E nudo no, di gelosia è vestito.Che cosa son quei strali? Strali o dardiSon stral d'un legno che si chiama visoAlcun son di parole, alcun di sguardi.Dove sta l'arco tuo? In un bel viso.Potrebbesi fuggir per tempo, o tardi?No, perché il colpo suo giunge improviso.[2 Di Giovan Francesco Bruni]Del medesimoLa mi fa sol la diva mia sospeso,Sol mi fa fa re 'l pazzo sua durezza,Fa re mi sol la mira ch'io sia preso,Mi fa fa la re sol la sua bellezza,Re fa re la mi niega il tempo speso,Ut re mi fa cantando con dolcezzaLa mi rimira, sol la mi dà bertaSol la mi fa stentar la mi diserta.[3 Di Giovan Francesco Bruni]Del medesimoS'è dolce amor, come amar duolo e piantoN'ha l'amante in la mente, e gelosia?S'ai cridi credi amor che crudo siaCome ha nel cor sì car' ch'il preme tanto?Se, come è pinto, appunto è cieco, il vantoCom'ha che vadi e vedi ogn'arte, o via?Se è putto, hor con che patto e forza fiaChe più che toro tiri, e più ch'incanto?S'è nudo al nido come d'altri spintoLi furti suoi sa sì coprir talora?S'ha il vanto nel volar ch'il vento ha vinto,Perché par che sia lento a chi l'adora?Se suol del tel d'or dar dur' cor convinto,Con l'altro stral con stril far che si mora,Dov'è segno di foraDel suo ferir? Furor adunque è questoE l'amante per far fuor di sé stesso.[4 Di Giovan Francesco Bruni]Del medesmoChe cosa è dio? Egli è un sommo bene.Che ben è questo? Un ben che sempre abbonda.E come è fatto? Come forma tonda,Che sol principio è fin in sé contiene.E dove uscite son sue proprie vene?Sono da un mar' ch'ogni cosa circonda.Puossi veder? No, no, ch'essenza mondaL'occhio nostro mortal non la sostiene.Come dunque si sa, se non si vede?Egli s'umilia tanto l'intellettoChe fa veder con gli occhi della fede.Che cosa è fede? È un don, che se difettoNon trova in l'uomo ch'or ben chiaro credeGuidal con gli occhi chiusi al ben perfetto.Tratte da: Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)