Quid novi?

Tasso madrigali 46-50


Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tassoalla Granduchessa Bianca Cappello nei MediciFirenze, Tipografia di M. Ricci, Via Sant' Antonino, 9, 1871.46Quasi un bel Sol vid' io fra tante stelle Celeste unica Donna, Che cinta come il Sol d' aurata gonna Splendea fra l'altre belleMille dolci fiammelle Da far beato ardendo un gentil core Lieto accendea ne' suoi begl' occhi Amore. 47Alba di luce sovra il Sole adorna, Flora gentil. Oh! senza il tuo splendore In tenebroso horrore Volge il desio dov' il tuo lume aggiorna. Serena Alba, ritorna. Flora ti prega e brama e tu pur sai Figlia di lei più degna altra non hai. 48Alba, non più nel Mar cruccioso, infido, Nel Mar non più dimora, La bella e senza te dogliosa Flora Ti chiama al sempre tuo fiorito nido; Fuggi l'instabil lido, Rimembrati che l'Alba ogni dì suole Dal Mar fuggendo ritornar col Sole. 49Non sì candida mai In sul mattin, quand'è più'l Ciel sereno, Dall'ondeggiante seno Trasse fuor l'Alba i suoi lucenti rai, Che più lucida assai Non sia la Bianca Aurora Dal mar venendo anch'ella Per far più bella la mia bella Flora. 50L'Alba non più n'aggiorna, Non è più l'Alba al Sol fidata scorta, Ma più bell'ALBA un più bel giorno apporta E di più bel sereno il Cielo adorna; Torna il prim' oro: torna. All'apparir di quest'ALBA gentile, Un bel tranquillo, un dolce eterno aprile.Annotazioni ai Cinquanta madrigali inediti.XLVII. Col titolo: Quando S. A. era a Livorno. Si ha da lei stessa, che vi era li 16 febbraio 1584 scrivendo al Cardinale suo cognato. XLVIII. 2. Nel Mar non più dimora. Era pei bagni che soggiornava colà la Bianca, seguendo più per necessità Tuso di principi, che U bisogno della sua salute, dovendosi ai Medici rarapliaraento e miglioramento di Livorno. Dal Ms. 2242 Riccardiano levo questo epigramma, che non so se fu mal pubblicato.Oppidulum fuerat, nuUo celebrante, Lióurnum:Nunc amplia totum splendei ubique viis.Ducta cui fossa est, patriam conchyUa certamQuam tenenti Medicum forte quod extet opus I Barbara quid jactat Xerses miracula? portumIs caediy hi mensis fércula ferre jubent.XLIX.3. Ondeggiante seno, il mare. Nella chiusa del Madrigale precedente:Rimembrati che VAlba ogni di suole Dal mar fuggendo ritornar col sole. 8. Per far più bella, ec. Chi abita una città e massimamente chi più vi spende la fa più bella e viva. Il popolo corrotto, che sempre ha cercato sollievi ed allettamenti, dolorò in Firenze i tempi d'assenza della corte. E la mancanza della signora Bianca doveva dolere assai a tutto il popolo non che al patriziato, per veder priva la città di que' passatempi e di quelle splendide munificenze che dalla sua corte erano date di frequente. L'autore dice la mia bella Flora; bella, essendo proverbiale Firenze la bella; mia, per una certa speranza che il Tasso aiutato dalla Bianca teneva, di poterci venir qua presso la corte o di mandarci suo nipote, avendone supplicato egli in tante lettere que' principi.L.1. Più bell'Alba un più bel giorno apporta, proverbio campagnuolo toscano, che al Nenci, pittore concettosissimo, suscitò la vena per un mirabile dipinto da collocarsi accanto all'immortale Aurora del Reni. In uno de'quattro affreschi delJ'elegaute villa del Pavone, ora del nobile sig. Giulio Bianchi Bandinelli Paparoni presso porta Romana di Siena, volendo servire a rappresentare l'aria, il Nenci immaginò appunto l'Alba fidata scorta al Sole e talmente bella, che il Sole che le vien dietro a gran velocità co'cavalli non è che un brillante accessorio. Cosi poesia e pittura si mostrano d'accordo. 7. Etemo april s'avverti già nel Madrigale Novella Alba celeste ec.