Quid novi?

Rime inedite del 500 (43-44)


Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)XLIII[Di anonimo]Oh quanto è iusto l'armezar de dio!Benché l'arma di quel non taia in fretta,Al luocho, al tempo scocca la saetta,Che con più gravità punito è 'l rio. Mira la morte di Chastel' del Rio, E 'l chassò la fortuna, la vendetta, Cerbero il corpo, e l'alma maledetta Gli rode e strazia e fanne il suo disìo. Ei filiale omizida et assassino, Ladro, tiranno, infame, agiontadore, Ingrato, crudele, superbo e rio, Turco, judeo, marrano, proditore, Lupo rapaze, porco e can mastino,Ribelle al mondo, a la natura e a Dio.XLIV[Di anonimo]Capitolo in lode de' calzoni a madonna Attalante Donati, del San..Non sia mai più nissun che mi ragioni,Se fa disegno di farmi piacere,Di portar altro in gamba che calzoni. Perch'una volta mi parve godere, Et bontà lor' gustai un piacer grande, Sì fresco mi tenevano il sedere. E lassate pur dir delle mutande, O brache, che c'è quella differentia Ch'è da le cose basse alle ammirande. Però, madonna, abbiate patientia S'io vi sgradisco senza alcun respetto. Le vostre brache a la vostra presentia Son' tutte raccamate, io ve l'ammetto, Son lavorate per le vostre mani; Ma non è cul che non vi vada astretto. E tutti quanti e povari christiani Che l'hanno, a l'orinar son poi forzati Alzar la gamba al muro come i cani. I calzon' son pampogi, e tanto agiati Ch'a far' tutti i servigi di natura Non c'è homo, né donna che ne patì. Hanno dinanzi una certa fessura Per d'onde si dà 'l passo a la brigata Da entrare e uscir senza paura. Questa commodità fu ritrovata Anticamente, al tempo de' latini, Et fu da lor' feminalia chiamata. Hor'io non so perché questi assasini Moderni tanto biasmin questa usanza Con dir' ch'oggi gli portano i facchini. E non voglion che donne di creanza Gli portino, e ne fan' tanto romore I frati in ... dell'osservanza. O povero Augusto imperatore, O Claudio, o Tiberio, o Costantino, Voi pur li portavate a tutte l'ore. Io prego li ... di san Martino Che mettin fra le lor' tante heresie Che si' el portarli de voler divino. Forse che quest'ingotta alle fratìe Non li svergognarebben, come fanno, In piazza, per le chiese e per le vie. Questi non sono un continuo affanno Come le calze a la povera gente, Che danno a ognun che le port' el malanno. El Sarteano è pur suffisiente Et li porta com'entra in primavera Tutta la state e mai non se ne pente. E mi ha detto più volte a buona cera Che molte gentil donne valorose Li adopran l'invernata intera, intera. E la state vi tengon fiori e rose (Se son' chiusi da pie', come bisogna) Per odorar' tutte le parti ascose. Son necessari a chi ha della rogna, E s'a donne venisse una disgrazia Son cagion che non mostran la vergogna. Una ne conosch'io che mai si sazia Di mostrarli pe 'l fesso della veste, Fallo però con modestia e con grazia. Hor'io concludo che le donne oneste Devon' portarli senza reprensione I dì da lavorare e delle feste. E che coloro han poca discrezione (E meritan gastigo duplicato) Che biasimon' così bella invenzione Perché gli è abit'in tutto approvato Da saggi antichi nostri, e oltre a questo È util' et onesto accommodato. A voi, donne, lass'hor di dirne il resto, Poi che pensando a quel che copre e vela S'ingrossa el stile et io esco dal sesto. Vorre' che qui fornisca la mia tela, Non già per mancamento di ripieno; Ma per non far qualche longa querela. E se i calzon' non son lodati a pieno, Incolpisi chi troppo gli nasconde Quando gli è tempo che veduti sieno.So che c'è chi m'intende e non risponde.Tratte da: Rime inedite del cinquecento (Bologna, Romagnoli - Dall'Acqua, 1918)