Quid novi?

Il Dittamondo (4-02)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUARTOCAPITOLO IICompreso le due fronti de la loggia, con le mie guide a la terza mi trassi, ch’era piú degna assai e d’altra foggia; e vidi, come quivi fermai i passi, una reina seder sopra un letto 5 sí come donna quando in parto stassi. Questa parea mirar con gran diletto un suo figliuol co’ capei crespi e adorno, ch’era dinanzi al suo vago cospetto.Piú e piú donne vi parean d’intorno 10 per lui servire e per tenerlo ad agio e per darli diletto notte e giorno. Due aquile parean sopra ’l palagio: l’una guardava in verso l’oriente, l’altra a ponente, ma con men disagio. 15 Parea, come piú lá puosi poi mente, Aristotile star per suo maestro, Natanabo gran mago e intendente. Bucifal v’era, indomito e silvestro, legato con catene, come quello 20 che mordea e rompea ogni capestro. Il giovinetto sicuro e isnello n’andava a lui e cosí ne facea come il pastore fa del suo agnello. Vedea sí come il regno prendea, 25 morto Filippo, e sí come assalio Nicolao re, vincendo quanto avea. Vedea con quanti fuor di Grecia uscio e, giunto in Asia, la bella proposta che fece, quando il suo tra’ suoi partio. 30 Vedea Dario far beffe de la tosta impresa sua e ’l papaver mandare: ed ello a lui il pepe, per risposta. Vedea il magno core e ’l gran donare; vedea quant’era sollicito e presto 35 e rettorico bel nel suo parlare. Vedea come salio aspro e rubesto sul mur di Tiro e poi dentro gittarsi, quando da’ suoi di fuori era piú chiesto. Parea in vesta e in atto trasformarsi 40 per veder Dario e nasconder la coppa e, conosciuto, fuggire e scamparsi. Parean le schiere, parea com s’intoppa l’un re con l’altro e Dario fuggire, benché la gente sua fosse piú troppa. 45 Parea la crudel caccia e ’l gran martire; parea la ricca preda e ’l grande arnese e come largo e giusto fu il partire. Parea quant’era benigno e cortese a quelle donne pallide e ismorte, che nel bel padiglion di Dario prese. Parea l’altra battaglia acerba e forte e come Dario, essendo sconfitto, dai suoi tradito ricevette morte. Lá vidi i traditori e vidi scritto 55 la lor dimanda e la risposta ancora, seguendo la giustizia, dopo il ditto. Lá vidi com l’antica madre onora del morto re e la bella Rossena, ch'era una dea, a riguardare, allora. 60 Lá vidi come la grand’oste mena vincendo Ircani, Siti e Armini e come Gog e Magog incatena. Lá vidi adorna, e sopra i biondi crini una corona, Talestris reina 65 venire a lui, oltre le sue confini. Lá vidi come a forza e per rapina Iberia prese, Albania e Paflagona, i Battri e i Seri, in fino a la marina. Seguia Dionides, del qual si sona 70 che ’l mar rubava e che parlò sí vivo, che acquistò terra e scampò la persona. Seguia del pover misero e cattivo che dimandò ’l bisante e quel li diede una cittá di che fu sempre divo. 75 Seguia come in fra l’altre sue gran prede Bersana prese, onde Ercules nacque lo qual cortese v’era e stava in piede. Seguia quant’era bella e quanto piacque Isifile venendo incontro a lui; 80 ma del piú dir l’intagliator si tacque. Seguia come al giogo di costui vennero Arabi, Siri, Medi e Persi, disperati d’ogni soccorso altrui. Quivi eran vinti gl’Indian diversi 85 e di sotto da lui disteso Poro e morto Bucifal poi vi scopersi. Quivi vedea una tavola d’oro e vescovi e giudei in bianche veste ed esso inginocchiato star fra loro. 90 Quivi pareano i mostri e le tempeste che vide per trovar la luna e ’l sole, dico per l’India e per le sue foreste. Quivi parea turbar de le parole che li rispuose l’uno e l’altro lume, 95 e l’atto come altrui coprir le vole. Quivi parea mandar su per lo fiume a cercar nuovo mondo e qual li porse pietra il vecchio da le bianche piume. Parea isconosciuto e come corse 100 a forte rischio e sí come Candace, per l’asempro ch’avea, di lui s’accorse. Parea regnar con tutto il mondo in pace; in Babilona parea il tosco bere.Oh, mondo cieco, quanto se’ fallace! 105Lá pianto e morto me ’l parea vedere.