Quid novi?

Rime di Celio Magno (21-24)


Rime di Celio Magno21Nell'Arte del predicare di fra Luca BaglioniDi quei celesti aventurosi straliche vero ardente amor per la tua bocca,guerrier di Dio, ne le nostr'alme scocca,e piaghe imprime in lor, dolci e vitali,questo è pur l'arco, e qui scopri con qualiforze tu 'l tendi allor che 'l cor ne tocca.Da questo il senso rio vinto traboccae trova l'armi sue debili e frali;con questo, ovunque l'idra infernal piovel'eretico venen, ferendo in leicadran le teste sue sorgenti e nove.E spenti in tutto i suoi nemici rei,cantando eterna gloria al sommo Giove,ne vedrà Roma ancor pompe e trofei.22Sopra la prima stampa delle rime del clarissimo signor Giacomo ZaneQueste rime talor del suo più caroamato figlio, onde si pregia e vanta,al convivio di Giove Apollo canta,per dar frutto a gustar novello e raro.Stan li dèi tutti attenti, e 'l fato avarochiaman, che sì felice e nobil pianta,mentr'era per produr gloria altrettanta,troncò d'un colpo a tutto 'l mondo amaro.Sente Amor i suoi pregi e in sé ne gode;l'arte nova e 'l saper Pallade ammira;ciascuno al degno stil dà vanto e lode.E poich'in mente sì perfetto il mirache pur accento da biasmar non ode,de li dèi 'l riprensor tace e sospira.23Sopra la ristampa delle rime del clarissimo signor Giacomo ZaneEcco del bel Parnaso alto tesoro,ch'in poche avare man giacea nascosto,or torna al mondo, e in chiara luce postopregio rinova al sacro Aonio coro.Quanto di vaghe gemme e di fin oroeloquenzia possede, è qui riposto;ch'arte e natura a lor gloria han compostodi propria man sì ricco e bel lavoro.Gode Vinezia esser del chiaro ingegnofelice madre, e lieta abbraccia e miraquasi rinato il suo diletto pegno.Stupido ognun l'ascolta, ognun l'ammira,e dice: - Ad agguagliar canto sì degnoil pensier, non che l'opra, indarno aspira. -24Nel tempio stampato in lode della signor donna Geronima ColonnaQuesta che d'oro e d'alabastro puroviva Colonna altrui sì ricca splende,man non formò ch'ad uman'opre intende:ch'umane opre sì degne unqua non furo.Formolla per sostegno alto e securodel tempio, ove a virtute onor si rende,l'eterno Mastro; e 'l mondo tal ne prendeluce, che senza lei pò dirsi oscuro.Però qualunque in lei si specchia, vededi bellezza e valor l'imagin vera,e prova ben ch'ogni credenza eccede.Felice età di tanto pregio altera,ch'ad altra mai sì largo il ciel non diede,né d'aver mai più forse il mondo spera.