Quid novi?

Il Dittamondo (4-07)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUARTOCAPITOLO VIIL’isola prima, che ci diede porto, quella di Creti fu, sí come piacque ch’io dovessi arrivare al mio conforto. Dal temperato ciel, la terra e l’acque. Macaronneson in prima si disse; 5 ma da Cres re il propio nome nacque. Io fui dove nascoso Giove visse, benché fra lor n’è or poca memoria, quando ’l suo padre volse che morisse. E fui ancor dove Dedalo storia 10 la cosa ch’è ritrosa al Minotoro di cui Teseo prese poi vittoria. Fama è per quelli che vi fan dimoro che giá si vide con cento cittade, onde Centopol si dicea fra loro. 15 Qui fu, in prima che in altre contrade, ragion trovata e ordinata legge, arme, saette e altre novitade; qui per Pirrico domi e messi in gregge prima cavai, che in alcun’altra parte, 20 secondo che si conta e che si legge; qui prima si trovò lo studio e l’arte de la musica e qui prima fun remi fatti a le navi e vela con sarte. Solino andando e io per quelli stremi, mi disse: "Guarda Ida, ch’è sí alto che prima vede il sol che su vi tremi. Cadisto e Ditinneo di minor salto non credo: onde la gente navicante per nuvol gli hanno nel lor primo assalto. 30 D’ogni buon frutto qui vedi le piante; similemente ancora ci si trova d’un’erba e d’altra, che son sane e sante. Lupo né volpe alcuna ci cova, nottol né serpe e, s’alcun ci si porta, 35 come pesce senz’acqua ci fa prova. Ma se di questi la vita ci è morta, di pecore e di capre grandi stuoli trovar ci puoi e di simile sorta e qual per piú salvatico ci toli. 40 La terra è sí de la natura amica, che tutta è buona da far prati e broli. Quelle cittá, che ne l’etate antica eran di maggior nome, fun Gortina, Cnoso, Teranna, Cilisso e Cidonica. 45 De’ fiumi, che ne vanno a la marina, al tempo d’ora piú chiari ci sono Gortina e Lipisso, che di qua china. Di tutti i vermi, c’han tosco, ragiono solo il falangio, che di ragno ha forma, 50 la cui puntura è il piú senza perdono. Qui si trova una gemma, e scrivi in norma Idaeus dactylus, di color ferrigna, che di pollice umano mostra forma. La pianta d’ogni vin, ch’è buon, vi alligna 55 quanto in altro luogo e qui t’insegno che l’erba alimo nasce e c’ingramigna. Al modo che giacer vedesi un legno d’abete, lungo e grosso, in su la terra, co’ rami tronchi, l’isola disegno. 60 Diciotto volte diece miglia serra la sua lunghezza e cinquanta in traverso, se l’antica misura qui non erra. Le sue confine son per questo verso: Libico mar dal mezzodì la cinge, 65 sí come legger puoi in alcun verso. A Carpatos da levante si stringe; poi da ponente e da settentrione l’Egeo, overo il Cretico, costringe". Posto ch’ebbe silenzio al suo sermone, 70 io dimandai: "Dopo Giove chi tenne e fu signore di questa regione?" Ed ello a me: "Apresso re vi venne Minos, che nacque di lui e d’Europa, per lo qual Silla lodola divenne. 75 Atenes prese e ’l suo paese scopa per la vendetta d’Androgeo suo figlio; franco fu in armi e giustizia s’appropa". Così parlando, giungemmo sul ciglio del mare, ove trovammo un legno a punto, 80 nel quale entrammo senza piú consiglio. Lo nostro indugio, apresso, non fu punto: prendemmo il mare e navigammo tanto, ch’io mi trovai ov’è Carbasa giunto. Di quest’isola udio contar cotanto: 85 che fu la prima che rame ci diede e Calidonio le dá questo vanto,antichissimo autor da darli fede.