Quid novi?

Il Dittamondo (4-16)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUARTOCAPITOLO XVI"O piú che padre, o buon consiglio mio, l’andare è buon, diss’io; ma, se tu il sai, fa che contenti, andando, il mio disio. Questa gente normanna, onde tu vai, dimmi chi fu e come venne quici 5 ed in qual tempo, secondo che l’hai". Ed ello a me: "La gente, che tu dici, come volan li storni a schiera a schiera, mosson di Sizia e di quelle pendici. Per l’oceano e per la sua rivera, 10 come tu sai che i pirati fanno, quanto potean trovar tutto lor era. Poi, dopo lungo tempo e grave affanno, passarono in Norvegia e ancora quivi similemente fecero gran danno. 15 Pur cosí discendendo per que’ rivi, rubando la Bretagna e Germania, tutti si fenno, per l’acquisto, divi e, giunti ove or si dice Normandia, e presa la cittá di Rotomagno, 20 quivi fermaron la lor signoria. Rollo era il signor tra loro piú magno, pieno di gran vertute e di valore, largo e cortese a ogni suo compagno. Carlo, in quel tempo, era imperadore, 25 il Semplice, che udita la novella, credo per fuggir briga e farsi onore, la figliuola, che nome avea Ghisella, fatta amistá e compagnia con lui, li diede a sposa, ch’era onesta e bella. 30 Apresso ancora confermò costui signor di questo gran comprendimento ed el si fe’ cristian con tutti i sui e ne gli anni di Cristo novecento e dodici piú prese il battesmo, 35 di che ciascun, di qua, ne fu contento. Ruberto conte il tenne a cristianesmo e del suo nome lo nomò Ruberto, secondo che ciò piacque a lui medesmo. Due figliuoli ebbe sí fatti, per certo, 40 che, se ’l mondo n’avesse ora di quelli, non sarebbe de’ buon, com’è, diserto. Larghi, pro’ funno, fortissimi e belli: Guglielmo Lunga-spada, il primo, reda, come sai che di qua fanno i fratelli; 45 Riccardo, l’altro, il suo figliuol correda Tancredi e ’n Puglia andaro e lá fen guerra, acquistando cittá, castella e preda. In Francia poi passâr, s’alcun non erra; a posta del re fen guerra in Borgogna, 50 dove molta acquistâr ricchezza e terra. A ciò che senza chiosa si dispogna, se deggio sodisfare a quel che chiedi, qui lungo un poco parlar mi bisogna. Morto Riccardo, rimase Tancredi 55 con dodici figliuoi, che ciascun fue forte e fiero quanto un leon vedi. E senza dubbio ben credo che tue ti segneresti per gran maraviglia, se udissi di ciascun l’opere sue. 60 Anfredo fu di quelli e costui piglia guerra con Leon papa e ’l mal che fe’ de la sua gente ancor se ne pispiglia. Ben so che per altrui chiaro ne se’ di Ruberto Guiscardo, come prese 65 Puglia e Cicilia e tennela per sé. De’ dodici fu l’uno e di lui scese Baiamondo e Rugger, che senza fallo assai ben poi governaro il paese. Morti costoro in poco d’intervallo, due Baiamondi fun, che l’un seguio apresso l’altro a guardar questo stallo. Rugger fu poi, che con gran disio incoronar si fe’ re di Cicilia, ch’assai si vide a’ suoi libero e pio. 75 Similmente ciascun fe’ gran familia de’ dodici e per lor prodezza e senno qual conte fu e qual gran terra pilia. Ma nota qui che niente t’impenno de’ successor del buon Guglielmo primo, 80 perché altrove udirai di quel che fenno". "Quanto m’hai detto, rispuosi io, istimo e veggio ben, ché a punto hai risposto a la dimanda mia in fino a imo. Ma dimmi questo nome onde fu posto 85 a questi che chiamati son Normanni,ch’io non l’intendo, se non m’è disposto".