Quid novi?

Rime di Celio Magno (101-108)


Rime di Celio Magno101Al serenissimo prencipe di Venezia etcetera il signor Marino GrimaniO di questa del mar reina alteraprencipe, figlio e padre amato e caro,serenissimo ciel, dove un sol chiarosplende ognor di virtute e gloria vera;chi non adora in te l'alta e sinceramente, del commun ben guida e riparo?chi mai spirto di te più degno e raronel tuo seggio sublime o vide o spera?Tu di pregio sovran, non pur conforme,al sommo grado; e co' tuoi desti lumi,più che co' propri, ognun sicuro dorme.Cedano al tuo splendor gli antichi lumi;e dopo lunga via per felici ormet'accoglia il ciel fra suoi beati numi.102Nella creazione in Procurator di San Marco dell'illustrissimo signor Giacomo Foscarini cavalierFosti pria da virtù, fosti da chiarogrido ov'or t'alza tua patria eletto;e 'l publico dei cor gioioso affettol'onor raddoppia e 'l fa più dolce e caro.Tu di nobil suo figlio essempio raro,d'ogni bontà, d'ogni valor ricetto;tu con l'opra e 'l consiglio e 'l franco pettoguida al suo ben, sicuro al mal riparo.Cortese don da giusta man prendesti,e se 'l grado t'illustra, a lui non menolo splendor tu de la tua gloria presti.Ma qual fregio esser può ch'adorni a pienotua degna chioma? E quando è che non restiscarso a merto divin premio terreno?103All'illustrissimo signor Zaccaria Contarini cavalierQual del mio genitor l'antica fedesì cara a' tuoi grand'avi in me deriva,tal la grazia ver lui ch'in lor fiorivatu serbi verde in te, lor degno erede.Se l'un mi fura il ciel, l'altro succedea mio ristoro, e 'l morto padre avviva;ma tua pietà, signor, ver me sì viva,de' tuoi l'essempio e di tutt'altri eccede.Nobilissimo ardor d'alma gentile,natia virtù de la tua chiara prole,a l'uom giovando farsi a Dio simìle;io, poich'altro non posso e 'l cor se n' dole,t'adoro: e prego t'apra oltr'ogni stilefelici gli anni in lungo corso il sole.104All'illustrissimo signor Leonardo Donato, cavalier, procuratorOcchi aver sempre al ben commune intenti,orecchie al dritto amiche, al torto sorde,lingua che 'l ver con l'eloquenzia accorde,mani in ogni opra lor pure, innocenti,piè per la patria mai non stanchi o lenti,cor ch'unqua dal ben far non sia discorde,senso che viva a la ragion concordeo, rubello, assalirla indarno tenti,mente ch'a Dio per umiltà sublimes'erga e, del suo voler cercando ogni orma,a par di lui tutt'altro un'ombra stime.Questa di bear l'uom sicura norma,Donato, a noi tua degna vita esprime;e te specchio d'onor nel mondo forma.105All'illustrissimo signor Paolo Tiepolo, cavalier, procurator, in ringraziamento di cortesissime lodi dategli orando in SenatoQual era io più non son; tu mi trasformipur in sorte, signor, via più gradita,mentre ad amarmi cortesia t'invitae d'umil pregio in me gran lode formi.Ponno i rai del tuo lume, al sol conformi,le tenebre illustrar de la mia vita;può di tua voce sol benigna aitasollevarmi da terra e 'n ciel ripormi.Dunque mio più non son; da te derivo,feconda d'ogni onor nobil radice;ché, s'in me langue il merto, in te l'avvivo.E, se non che di forze il ciel m'ha privoa tanto alto dever, n'andrei felice:nel tuo favor, più ch'in me stesso, vivo.106Nel ritorno a Venezia dell'illustrissimo signor Luigi Grimani dall'ultimo carico di Proveditor Generale dello Stato di terrafermaPur al fin torni, e 'l tuo bramato aspettorendi a la patria: che festosa e lietaoltra i chiari trofei d'Illirio e Cretaquesto ancor t'ha del novo imperio eretto.Gode ella in sé che dal tuo nobil pettofrutti ognor più fecondi e dolci mieta,mentre te n' corri a gloriosa metadietro al tuo ben con sì fervente affetto.Compagna a te ne vien celebre famad'alto valor, che risonar d'intornoi liti da del tuo gradito nome.E fra lo stuol ch'onor apprezza ed ama,a te virtute in bel trionfo adornodel suo lauro felice orna le chiome.107All'illustrissimo signor Alberto Badoaro cavalierFedel servo divoto i miei verd'anniper la patria ho già spesi, or bianco il pelo;e scorto ognor da puro ardente zelo,stimai dolci i travagli, utili i danni.Supplice or vegno a quei sublimi scannidove te per mio ben ripose il cielo;e da spirti divini in mortal velochiedo il ristoro omai di tanti affanni.Tu, che del viver mio speme e confortoFosti in ogni fortuna, onde il tuo mertone l'alma impresso eternamente io porto:Spira al mio debil legno in mare incertol'aura del tuo favor; che giunto in porto,sarà 'l mio voto a la tua gloria offerto.108Eletto secretario dell'eccelso Consiglio di XNe le tenebre mie l'alma sua luceprincipe a par del sol chiaro comparte,con sì benigni rai che d'ogni partesembianza in lui del sommo sol riluce.L'un e l'altro a seguir virtù m'è ducecol lume di sue glorie al mondo sparte;e d'onor frutti, quasi in steril partefatta da lor feconda, in me produce.Ch'ove i miei prieghi son di merto voti,degni li rende a pien grazia e favoreche piove in me da lor bontade immensa;han ambo entro 'l mio petto altari e voti,dove eterna di fé lampada accensalor serbo, e porgo in sacrificio il core.