Quid novi?

Rime di Celio Magno (172)


Rime di Celio Magno172 Nella creazione del prencipe messer Alvise MocenicoMercurio— Di Giove nunzio, a voi dal ciel discendo,prencipe sacro e gloriosi eroi,ma giunto qui non ben certo mi rendos'io son in terra o pur lassù tra noi:ché tanta maestade in voi comprendo,tanto lume divin risplende in voi,che quasi or l'occhio mio di veder pensaGiove e i suoi numi a la celeste mensa.Vuol quel gran re ch'a rallegrarmi io vegnateco, o gran duce, o d'ogni onor ricetto:ché non fu mai da così illustre e degnaschiera un sì illustre duce eletto.né quanta or d'alto ben speranza regnaper te, fu mai per altri in ciascun petto,né spirto più felice in uman velofe' più lieta giamai la terra e 'l cielo.Che poi che, quasi un sole, alto salistidov'or più splende tua virtute ardente,e fortunata primavera apristiin mezzo 'l verno de l'afflitta gente,deposti ognuno i pensier gravi e tristisolo il piacer de la tua vista sente,e la sua speme in te più dolce provache quant'altro il suo cor diletta e giova.Né meno il ciel ne fa letizia e festaamando Giove te qual proprio figlio:ed or che d'Oriente atra tempestamove fortuna con turbato ciglio,te per nocchiero aggiunger volse a questasua cara nave in così gran periglio,perché con più tua gloria in tempo cortosalva pervegna al desiato porto. —Venere— Non per alcun timor di guerra o d'armior qua me n' vegno dal mio Cipro amato:ché può 'l vostro valor sicura farmiè 'l saper quanto a voi propizio è 'l fato;ma per venir presente a rallegrarmiteco, o gran duce in tanta gloria alzato,e sacrarti ogni cor del mio bel nido,a te non men ch'a me divoto e fido.Il qual per gloria di quest'alto imperostima picciolo don la vita e 'l sangue;e, quasi Ercole, ognuno invitto e ferospregia i morsi e 'l venen del perfid'angue:ché se pochi guerrier in Malta il ferorimaner vinto, ond'ancor geme e langue,che devria Cipro far con tante gentitutte di fede e di virtute ardenti?Ond'io, c'ho già presente il ben futuro,teco gioisco, o gran Vinezia mia,dove, qualora i'son, Cipro non curoe i gaudi anco del ciel mia mente oblia:ch'in questo d'ogni ben porto sicurotal non può forza aver fortuna ria;che come in vago amato paradiso,non vi sia sempre e festa e canto e riso. —Marte e Pallade, Nettuno ed EoloMarte— Noi di ferro le man, d'ardire i coriarmarem pronti a chi 'l Leon difende;e sian pur del nemico alti i furori,ché dal nostro favor la palma pende. —Nettuno— E noi tranquillarem gli ondosi umoridove il Leon spiegar le vele intende:e del nemico abominando mostroi legni affogherem nel fondo nostro. —Marte Nettuno— Dunque il commun poter giungendo insiemeconcorriamo tutti a sì felice impresa:qui 'l nido è di virtù, qui 'l vizio geme,qui 'l ciel cortese ogni ricchezza ha spesa.Ma via più 'l proprio onor ne stringe e premedifender chi ragione ha in sua difesa;che a' veri dèi conviensi oprar ognoraché la giustizia viva e 'l torto mora. —Febo— Ed io qual devrò dar di gaudio pegnos'al tuo splendor riguardo, amato duce?Io fin da' tuoi prim'anni a tanto segnoti volsi per la via ch'al ciel conduce;io la lingua tornai, t'ornai l'ingegno,d'alta eloquenza e di divina luce:e quanto or gusto ben da te produttoè del mio seme aventuroso frutto.Tal chi d'imperi e regni il fren governaquasi publico specchio esser conviene:ché questa pompa e riverenza esternasenza onor di virtù, vana si tiene.Ma chi l'aggiunge a la bellezza internaluogo simile a Dio quaggiù mantiene:e questo è 'l vero scettro e 'l vero alloro,questo è tornar al mondo il secol d'oro.Debbo dunque ripor lieto il tuo nometra le memorie de' più chiari essempi.Tu perché al Turco sian le forze domesegui l'alto camino e 'l fato adempi;ed io preparerò lauri a le chiome,carmi ai gran gesti e doni ai sacri tempi:dapoi che 'l ciel vuol farti in pace e 'n guerrapiù ch'altro lieto e glorioso in terra. —Tutti insieme— Cantiam fra tanto in tal letizia unitie s'addolcisca il ciel de' nostri accenti:ch'in gioia nati e dal cor nostro uscitipon rallegrar le più selvagge menti.Risuonin: Mocenico, intorno i liti;risuonin: Mocenico, e l'aria e i venti.Cantiam quel che promette il ciel verace:vittoria, gaudio, onor, trionfo e pace. —