Quid novi?

Il Dittamondo (5-02)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUINTOCAPITOLO II"Figliuol mio, disse, quanto cerner puoi del Zodiaco io t’ho mostrato in brieve, nominando le stelle e i segni suoi. Ma perché ciò ch’uom vede assai piú lieve prende, che quel che imaginar conviensi, 5 so che ti fia il mio parlar piú grieve. Ma fa che dia riposo alquanto ai sensi e con l’udir le parole distilla dove le truovi, poi che fra te pensi; ché quando quel che ’ntender de’ vacilla 10 e non sta fermo a quel che l’uom li conta, a l’esca sua mal s’accende favilla. Imagina che dietro a Virgo monta Libra con le bilance, le qua’ sono di Venus, come del Tauro si conta. 15 Giustizia, dirittura e ciascun buono significa quaggiú, e marco e libra, con tutti i pesi che contar si pono. Or, poetando, alcun vuole e delibra che Giustizia, la figliuola d’Astreo, 20 translatata fu quivi e detta Libra. E Demetra piace ad Ecateo, la dea Cereres, ch’essa fosse quella tratta lassú, poi che ’l mondo perdeo. Eracles pone un’altra novella: 25 che è Mensura, per lo cui prego il Nile mensura prese, quanto ancor tien, bella: che, poi che per la morte cambiò stile, piacque a gli dii che ’n questo loco fosse sí come cosa divota e umile. 30 Con l’aspra coda e con le prese grosse apresso Libra segue lo Scorpione, per cui Fetonte, giá, tremando, cosse. Questo, come Aristofano pone, con la saetta da Chiron fu morto 35 per la vendetta del figliuolo Amone; poi, per li dii, in quel segno fu scorto. E sappi che significa quaggiuso velen, paura, crudeltá e torto, e ciascun animal, ch’abbia per uso 40 di portar tosco e di pungere altrui e star sotterra ascoso o in pertuso. Sette e diece stelle sono in lui e, tra’ dodici segni, si può dire che, qual tra suoi fu Giuda, è qui costui. 45 E dopo lui imagina venire Sagittario con la fronte sí viva, ch’assai par chiaro a chi ’l vede apparire. Da questo segno ogni animal deriva che mostruoso sia, ogni spavento 50 che vegna di lontano o che si scriva, archi, balestre e saettamento e, brevemente, tutte quelle cose che posson da la lunga dar tormento. Alcuno fu che, poetando, compose 55 come Chirone, d’Achilles maestro, in questo segno per li dii si pose con la saetta a l’arco aperto e destro, dietro a lo Scorpio, che ’l figliuolo uccise: e, qual centauro fu, par qui silvestro. Quindici belle stelle vo’ che avise per lo corpo bestiale e per lo viro, che dal sommo Fattor li funno mise. Or questo segno, quando cerco e miro, di Giove trovo ed èvi un loco adorno 65 dove l’altar di lui ancora spiro. Apresso, dèi saper, vien Capricorno che significa il cervio e ’l cavriolo e ciascun animal c’ha simil corno. La Olenia capra col figliolo, 70 Giove, allattato, dopo la lor morte meritar volse in questo luogo solo. Dieci e sedici stelle sono scorte, fra l’altre, da notar per le sue membra e qui Saturno tien talor sua corte. 75 Dopo costui imagina e rimembra che ’n forma d’uomo Aquario si vede e versa l’acqua, che un diluvio sembra. E scrivesi ch’è preso Ganimede per Giove, che a li dii ne fe’ pincerna, 80 in questo luogo, e Nason ne fa fede. Similemente ancora si governa e regge per Saturno questo regno e qui ogni sua possa par si cerna. Sette e dodici stelle ti disegno 85 per lo suo corpo, piú lucenti e nove che l’altre, che sian poste per lo segno. Seguita il Pesce, il quale è dato a Giove, sí bel di stelle, che quarantadue son da notar, dove piú luce piove. 90 Or, poetando, Glauco un pover fue pescatore che, presi pesci in mare, scosse in su l’erba le grembiate sue. Gustati d’essa, li vide saltare ne l’acqua tutti, onde allora il tapino 95 volse per sé il miracol provare. Per che, provatol, venne iddio marino: onde i due pesci, che v’eran piú privi,per testimoni di cotal destinofun per li iddii translatati quivi". 100