Quid novi?

Il Dittamondo (5-06)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUINTOCAPITOLO VI"Poi ch’io ho sodisfatto al tuo disio, disse la guida mia, è buon tornare, dov’io lassai, al proposito mio. Questo monte, che sopra l’aire pare, si spicca da la rena e si distende 5 in fine a l’oceano e al nostro mare. Di chiaro fuoco la notte risplende e piú ancor che dolcissimi canti d’ogni nuovo stormento vi s’intende. Scimie, struzzi, draghi e leofanti 10 assai vi sono e alberi che fanno lana, onde si veston gli abitanti. Odorifere molto le foglie hanno: simili quasi sono a l’arcipresso e cosí alti e dritti suso vanno. 15 L’erba euforbia ci si truova adesso; colui la nominò, che pria la trova, sí come io dico, del suo nome stesso. Quasi sopra ogni altra erba, il sugo giova a la vista de l’uomo e, piú ancora, 20 ad ogni morso c’ha velen fa prova. Tra ’l monte e l’ocean gente dimora; fontane assai vi sono e folti boschi e dolci frutti vi si truova ognora. E perché bene il paese conoschi, 25 Anatin fiume da quel lato corre dove sono animai non sanza toschi. E, s’io ti deggio i nomi lor comporre, Austo, Bamboto, Asana ippopotano e coccodrilli han piú, che ’l dir trascorre. 30 Di verso noi guarda Gaditano e Belona, lá onde siam passati, questa gente che sopra ’l mare stano. Sette monti ci son che, se gli guati, sí forte l’uno a l’altro si somiglia, 35 che Sefleti son detti o vuo’ tu ‘frati’. Dentro da questi, per tutto ci figlia uno e altro animal, diversi e tanti, che pare a chi li vede maraviglia". E qui mi ragionò de’ leofanti 40 con quanta castitá usan lor vita e la pietá ch’egli han de’ viandanti; e sí come il figliuolo il padre aita a’ suoi bisogni e de’ padri la cura, c’hanno di lor cacciati in altre lita. 45 "Questi risprendon presso a la natura umana, sopragiunse, e de le stelle la disciplina servan senza ingiura. E quando l’uno s’affatica in quelle cose ch’a lor bisogna, l’altro guarda 50 che non li sopragiunga altre novelle. D’entrare in nave quanto può piú tarda e, se tu non li giuri del tornare, non piú che se dormisse la riguarda. Cauti in battaglia e ben si san guardare; 55 se v’è ferito o stanco, il tengon sempre chiuso nel mezzo e lassanlo posare. E scriver puoi, se lor natura assempre, che con la coda l’uccide il dragone ed esso par che lui col carco stempre. Ciò che vive, figliuol, chi mente pone a lo stimolo suo, non è sí forte o vuoi signore o aquila o leone". Cosí, per quelle vie diritte e torte, fra me notando gia ogni parola, 65 secondo ch’io l’udia belle e accorte. Giá eravamo usciti de la gola de la marina e lasciato a le spalli Sacara, Messa, Saffi e Gozola, e veduto ne’ monti e per le valli 70 Sigani, dico, i Sigabri e i Sorsi, e Sessa e Valena correr per que’ calli. Dal mezzodí udio che senza forsi istanno i Gaulei e questa gente fino a l’Esperio oceano son corsi. 75 Noi eravamo dritti a l’oriente, quando giungemmo di sopra a la Malva, un fiume grande, ruvido e corrente. Qui mi disse Solino: "Colui mal va che se ’l mette a guadar, ma chi ci trova 80 nave o ponte la sua vita salva. E sappi ancor che per molti si prova che in fine a questa riva, ove noi semo, la terra di Tingi si stende e cova". Menommi, poi, dove passammo a remo 85 ed entrammo tra’ neri, Mauri ditti: e mauro, in greco, nero a dire spremo. Sí presso a l’equinozio stanno fitti questi ed i Tingitan, de’ quai ragiono, che dal calor del sol sono arsi e fritti. 90 Qui due cittadi anticamente sono, che fanno in Mauritana due province: Sitin, Cesara i nomi lor compono. A mezzogiorno Astrix vi è, che vince ogni altro monte (è chi ’l noma Carena) 95 fuor d’Atalante, che di tutti è prince. Questo discerne la giacente rena da la feconda terra e qui passai col mio consiglio, che mi guida e mena. Similemente con lui mi trovai, 100 di vèr settentrione, in su la proda del mare, ove son genti e terre assai. Vidi Bugea, che v’è di grande loda: questa nel mare Maiolica guata; e fui in Bona, che quivi s’annoda. 105 Lettor, com’io t’ho detto altra fiata, quasi cambiato ha nome ogni contrada e qual piú e qual men cresce e dilata. Cosí tra questa gente par che vada, ch’egli han mutato nomi e si confina 110 con altri fiumi e con altre strada: dico Morocco e Bellamarina ora comprendon questi due paesi ch’a dietro lasso, e dove ’l sol dichina,secondo che tra lor contare intesi. 115