Quid novi?

Il Dittamondo (5-10)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUINTOCAPITOLO XCosí come si tacque, incominciaie, secondo che piacque al mio Solino,in questo modo verso lui parlai: "O caro frate mio, o pellegrino, da poi che Dio m’ha fatto tanta grazia 5 ch’io mi truovi con voi in un cammino, l’anima mia, che per lunghe spazia bramosa è stata del vostro volume, piacciavi che per voi or ne sia sazia. Aprite a lei, col vostro chiaro lume, 10 chi Macometto fu e dite ancora lá dove visse e d’ogni suo costume". Benignamente mi rispuose allora: "Apri gli orecchi al disioso core, a ciò che v’entri ben ciò ch’io dico ora. 15 Negli anni de la grazia del Signore secento venti sei fu Macometto, al tempo di Eraclio imperatore. Di vil prosapia, povero e soletto, nacque costui ne l’arabico seno; 20 Adimonepli al padre suo fu detto. Cauto, sagace e di malizia pieno, de l’altrui vago e di fiero sembiante, a’ vizi sciolto fu e senza freno. Ne la sua giovinezza andò per fante, 25 e per Egitto e per piú luoghi strani, a guida de’ cammei d’un mercatante. Cosí, cercando a torno per quei piani, lo Vecchio e ’l Nuovo Testamento apprese, usando con Giudei e con Cristiani. 30 Apresso, Gadighen, vedova, prese a sposa e per sua donna, ricca molto; e qui a tôrre e farsi grande intese. Sergio monaco, da la Fede sciolto, si trasse a lui e, col suo operare, 35 fe’ che fu re di quel popolo stolto: ch’el seppe una colomba ammaestrare: se non beccava ne l’orecchia propia di Macometto, non sapea beccare. Richiese, apresso, la gente etiopia 40 e li Arabi col suon de la sua tromba: onde a lui trasse di ciascun gran copia. Qui predicò che ’n forma di colomba lo Spirto Santo li dovea venire "come da Dio mi spira e mi rimbomba". 45 Orando, tutti vidono apparire da lungi la colomba e non si stalla, perché del cibo suo avea desire, ch’essa ne venne e puose in su la spalla di Macometto e dentro da l’orecchia 50 lo rostro dolcemente a beccar calla. La gente giovinetta con la vecchia gridaron tutti insieme: - Viva, viva, viva il profeta che Dio ci apparecchia -. La legge Alcoran, nascosa e priva, 55 aperse apresso loro e in questa guisa fe’ manifesta per ogni sua riva. La Persia ancora non avea conquisa, quando, per acquistarla, combattendo li fu la bocca segnata e ricisa. 60 Piú mogli tolse, che dir non intendo, e piú battaglie nel suo tempo fece, che ’n tal cacciò e in tale andò fuggendo. Tra gli altri suoi compagni, funno diece ch’ordinâr l’Alcoran, de’ quai t’incronico 65 li tre cristiani con lor viste biece (Sergio fu l’un, del qual t’ho detto, monico; l’altro Nicola, cherico; e apresso lo disperato dal papa calonico) e i sette arabi e suoi amici adesso: 70 di questi dicon che lo Spirto santo gli alluminava del suo lume stesso. Li primi tre, ai quali dan piú vanto, fun Naphe con Amer e Elresar; gli altri seguîr ciascun com’io ti canto: 75 lo figliuol di Cethir, io dico Asar, nomâr lo quarto e, similemente, Eon lo quinto, Omra e poi Amar. In fra gli altri piú grandi di sua gente funno poi Abidalla e Baora, 80 Adian, Salem con la magica mente. Per questo modo, il quale hai udito ora, nacque Maometto e signore venne e fece che la gente sua l’adora. Quei d’Asia quasi tutti vinse e tenne 85 sotto sua signoria, in fin ch’el visse, ai quai quel che a lui piacque far convenne. Nei suoi errori quaranta anni scrisse; a la fine li fu dato il velenodai suoi medesmi, per quel che si disse; 90e cosí, com’io dico, venne meno".