Quid novi?

Il Dittamondo (5-16)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO QUINTOCAPITOLO XVI"Figliuol mio, disse, allo strolago piaceche per vertú de la luna si movalo mare e qui suoi argomenti face. Il fisico quanto piú può il riprova per questo modo: che vuoi dir che ’l mondo 5 fatto di quattro alimenti si trova, ond’ello è animato, e che, secondo ha nare, aviene come in noi si mira: e propio dove il mare è piú profondo. E però, quando il fiato fuori spira, 10 cresce e rallarga; ancor similemente dice che manca, quando a sé lo tira. Ma sí com’io t’ho detto, a chi pon mente, pur la Somma Potenza guida il tutto e le altre fanno poi come consente". 15 Cosí parlando, mi trovai condutto, nel paese Beronico, a un fiume che bagna quel terreno caldo e asciutto. "Dimmi, diss’io e volsimi al mio lume, questo qual è, che sí forte s’avanza 20 e fa sí grandi e torbide le schiume?" Ed ello a me (con ridente sembianza mi riguardò e disse): "Questo è Lete, ch’è interpretato a noi dimenticanza. Assai t’è chiar, per le genti poete, 25 ch’egli eran molti che credeano allora che l’alma, uscita fuor de la sua rete, perdesse, qui bevendo, la memora e che, perduta, senz’altro governo tornasse in altro corpo a far dimora. 30 Ancor diceano che venia d’Inferno. Ma passiam oltre, ché a far troppo avrei a dir di lui ciò ch’io n’odo e dicerno". Cosí per Libia rimovendo i piei e spiando d’alcuna cosa bella, 35 che fosse da notar ne’ versi miei, io fui dove si mostra e si novella come ’l beato Giorgio uccise il drago e che scampò da morte la donzella. Molto è il paese dilettevol, vago 40 di verso noi e abondevol d’acque; ma in verso il mezzodí non vale un ago. Da Foroneo, figlio di Cam, nacque la prima gente di questo paese: tanto l’Africa a lui allora piacque. 45 Questo si scrive e tra loro è palese; e poi un fiume il manifesta quivi che ’l nome tiene ancor, che da lui prese. D’oro, d’argento e di gemme son divi coloro che vi stanno e han gran copia 50 di biada, dico, di vigne e d’ulivi. "Come a Italia, Solin disse, s’appropia provincie assai, cosí date ne sono a Libia, tra l’Egitto e l’Etiopia. Ma pon mente a quel ch’ora ti ragiono, 55 a ciò che, se ti vien mai caso o destro, lo sappi ragionar sí come il sono. Tanto è questo paese aspro e silvestro in verso l’Etiopia, ch’a passarvi impaccio pare a ogni gran maestro: 60 perché le selve e ogni bosco parvi formiculare di vari serpenti, con diversi veleni, grandi e parvi. E perché sappi con quanti tormenti altrui offendan, ti dirò d’alcuno 65 e quanto al viver loro hanno argomenti. In fra gli altri piú principale è uno: cerasta è detto; ha otto cornicelli, co’ quai si pasce allora ch’è digiuno. Dico che a inganno sa prender gli uccelli: e, se udissi dire a che partito, ben ti parrebbon gli argomenti belli". E io: "Per altro tempo l’ho udito come la coda fuora al gioco tene e l’altro corpo asconde e sta romito". 75 "Se ’l sai, rispuose, dir non me ’l convene". E seguí poi: "Ancora vi si vede in molta copia de l’amfisibene. Questi han due teste: l’una, ove si chiede; l’altra hanno ne la coda e van bistorti, 80 però che con ciascuna morde e fiede. Giaculi v’ha tanto securi e forti, che, trapassando lungo ai lor procinti, gli altri animai da lor son lesi e morti. Li scitali son tanto ben dipinti, 85 che spesso a chi li mira torna danno: sí dal piacer de lo splendor son vinti,che presi son, ché partir non si sanno".