Quid novi?

Il Meo Patacca 01-4


Il Meo Patacca ovvero Roma in Feste ne i Trionfi di Vienna. Poema Giocoso nel Linguaggio Romanesco di Giuseppe Berneri Romano Accademico Infecondo.Dedicato all'Illustriss. et Eccellentiss. Sig. il Sig. D. Clemente Domenico Rospigliosi. In Roma, per Marc'Antonio & Orazio Campana MDCXCV. Con licenza de' Superiori.Canto primo, ottave 46-60Sta in alto la gran Frabica, et in cimaDel magnifico Monte. Da lontanoFa 'na bella comparza, perchè primaD'arrivacce, una Piazza è giù in tel piano.Questa veduta si, ch'assai se stima,Non men dal forestier, che dal romano,Perchè a ogn'un, che di gusto è un pò capace,Quanto si vede più, tanto più piace.C'è una larga e una lunga scalinata.Che forma una vistosa prospettiva,E perchè tutta quanta è cordonataPoco, o gnente in salirla è stentativa;Di travertini una balaustrata,Di qua, e di là, da capo a piede arriva;Di pietra fina poi, ci son giù abbassoDui lioni, che sotto hanno un gran sasso.Stanno un pe' parte accovacchiati, e stesaIn su le zampe reggiono la vita,Ma tengono la testa alzata, e tesa,Et un tantino poi la bocca aprita;Qui c'è un cannello, e giù da questo scesaVa l'acqua in un pozzolo, che ha l'uscitaPer una ciavichetta, et assai belleVengon fatte così due fontanelle.Dove la scala ha fine, e la pianuraIncominza, ci son due piedestalliDi marmoro, e in bizzarra posituraSopra, con zampa in aria, dui cavalli;Due statue di bellissima sculturaFigurano due maschi, e in osservalliChi di favole antiche ha un pò di luce,Stima che siano Castore e Polluce.Ciascun di questi ha un dei cavalli accanto,E sta in piede. Più in là, ma pochi passi,C'è un gruppo d'armature, e tanto, quantoSi vede, esser trofei, sculpiti in sassi;Due altre statuette in un biscantoCi son su i piedistalli un po' più bassi:'Ste sei cose spartite con bell'arte,Stan tre dall'una, e tre dall'altra parte. Poi si spiana uno spazio teatraleCon un palazzo in faccia, c'ha il portoneIn alto, e sotto a questo due gran scale,Acciò pozzino annacce le perzone;Stanno iscontro una all'altra in modo tale,Che s'incontrano in cima. Un fontanoneGiù l'inframezza, e in sedia marmorutaCe sta sopra una statua seduta.In larghezza la vasca assai si spanne.E a gran quantità d'acqua dà ricetto;Ci son due statuoni dalle banneMezzi colchi, barbuti inzino al petto;Più finestre ha 'l palazzo belle granne,Un cornicione ha poi vicino al tetto;C'è sopra a questo una ringhiera bella,Ch'è una cosa assai nobile a vedella.Tutta guarnita di balaustriniDella facciata uguaglia la lunghezza;Sono quelli fra loro assai viciniCon ben semitrizzata aggiustatezza;Non son di stucco, ma di travertini,Però nisciuno ancora se ne spezza:Su 'sta ringhiera, pe' maggior suo vanto,Statue messe ci son di tanto in tanto.S'alza in mezzo alla loggia un campanile,Che propio propio ha del magnificale:Una sala più granne d'un cortileC'è giù in Palazzo, che fa Tribunale;Ce s'essercita quello del Civile,E un pò più drento ancor del Criminale,Che ci son le priggioni, e chi ci abbadaLe ferrate ne vede dalla strada.Perchè a 'st'antica frabica non manchiGalantaria delle moderne foggie,Ha due palazzi poco men ch'a i fianchi,Ch'in cima somiglianti hanno le loggie:Son come novi, assai puliti, e bianchi,Se il cornicion li salva dalle pioggie,E in sopra, col medesimo ornamento,Delle statue ci sta lo spartimento.Sotto ci sono i portici, ma fatti,Non già con archi, come è costumanza;Ma ritti l'architravi in lunghi trattiSi vedon qui con crapicciosa usanza;Poggian però sopra colonne, e in fattiAd ogni tanto una quadrata stanzaVanno formando; ma poi muro alcunoNon c'è fra mezzo, e 'l portico è tutt'uno.Son le volte spartate fra di loro,Larghe sì, ma con poca incurvatura;È liscio, sodo e nobile il lavoroSenza il tritume della stuccatura;Anzi, per così dir, vale tant'oroQuesta, benchè sì semplice fattura;È come un'onestissima zitella,Che quant'ornata è men, tant'è più bella.De fora sì, che fanno scialamento 'De 'sti palazzi novi le facciate,E d'appoggio, et insieme d'ornamentoGli servono pilastri, e colonnate.Alle finestre fanno adornamentoRinghierette, che sono inframezzateDa balaustri, un pò più cortarelliDell'altri, in tutto poi simili a quelli.In mezzo a 'ste finestre, un finestrone,Che pur è ringhierato, de manieraSi slarga, e slunga, che più di portoneA dire il ver, che di finestra ha cera.Dà poi, de 'sti palazzi il cornicioneEl compimento a tutta la frontiera,E quelli stanno, perchè assai ne piacciaLa lor veduta, uno dell'altro in faccia.Le tre machine, c'hanno un ampio sitoMostrano in alto un spazio riquadrato;Ma il terreno poi giù paro, e pulitoDa tre scalini in giro è circondato;Et ecco fatto un circolo, spartitoGiù pe' longo da un marmoro segatoIn varie striscie, che son larghe, e piane,Ma però tra di loro un po' lontane.