Quid novi?

Il Dittamondo (6-08)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO SESTOCAPITOLO VIIILa bella tema e ’l vago ragionare tanto mi piacque, ch’i’ dissi a Solino: "Costui è d’altra forma che non pare". Ed ello a me: "Con questo suo latino noi ce n’andrem, se tu mi chiederai, 5 pur dietro a lui, come ci fa il cammino. E però pensa, in mentre che tu vai, di trarne frutto e, da poi ch’ei si tace, entra in parol di quel che piú voglia hai". Allor, per lo consiglio suo verace, 10 mi trassi a lui e dissi: "O frate mio, dir non saprei quanto il tuo dir mi piace. E perché sappi il ver di me, com’io d’Italia sol per saper novitade, come costui t’ha detto, mi partio, però ti prego che, per tua bontade, m’allumini onde Iacob discese seguendo, apresso, d’una in altra etade". Cosí com’ello il mio parlare intese, rispuose: "In tutto sono al tuo piacere". 20 E ’n questo modo a ragionar mi prese: "Dal principio del mondo dèi sapere può sei mila anni al tempo, ove ora se’, con cinquecen sessanta sei avere. E tutto questo tempo partito è 25 in sei etadi: la prima si pone e scrive da Adam fino a Noè; da Noè la seconda si dispone in fino ad Abraam; la terza trova David, che padre fu di Salamone; 30 la quarta giunge in fin che si rinnova la trasmigrazion di Babilona, quando il Giudeo perdé ogni sua prova; la quinta tanto il tempo suo sperona, che ’l nostro Sole apparve in questo mondo 35 sol per dar luce a ogni persona; la sesta in fine al dí grande e giocondo per li buon, dico, durerá per certo; per li rei no, ché i piú cadranno al fondo. Or de la prima poco ci è scoperto, 40 per quel ch’io truovi in ogni volume: e però in breve tel dirò aperto. Lo primo giorno, cielo, terra e lume Iddio creò; il secondo, divise l’acqua da l’acque, come mare e fiume; 45 lo terzo, il mar da la terra recise; arbori, erbe, folti boschi e pruna, come tu vedi, per lo mondo mise; lo quarto, fece sole, stelle e luna; lo quinto, pesci, uccelli e ogni cosa 50 che dentro l’acque e per l’aer si rauna; lo sesto, fece Adamo e la sua sposa con le sue mani e gli animai produsse; il settimo dí in tutto si riposa. In un bel paradiso a star condusse 55 Adam e Eva; ma per l’inobbedienza volse che l’una e l’altro fuor ne fusse. Miseli al mondo in pianto e in temenza e diede loro l’argomento adesso a tutte piante e a ogni semenza. 60 Ingeneraro tre figliuoli apresso: Cain fu il primo, che in l’agricoltura avaramente avea il suo cor messo; Abel fu poi, ch’ebbe l’anima pura, fedele a Dio, e sí come pastore 65 le pecore guardava a la pastura. Cain sacrificando al suo Signore de’ frutti suoi, a lui non parea che li aggradisse a fè né con amore. Abel, che de la greggia sua prendea 70 sempre il migliore a far suo sacrifizio, diritto il fumo al cielo andar vedea. Per questa invidia Cain fuor da l’ospizio il sangue del fratello al campo sparse, ben che gran pena portò poi del vizio. 75 Seth fu il terzo dei fratelli e parse al padre che Dio per cambio gliel desse d’Abel, di cui il cor li cosse e arse. La prima cittá, ch’al mondo si fesse, Cain fondò e per Enoch ei volse, 80 un suo figliuolo, che Enoch nome avesse. Colui, che prima due femine tolse in un tempo per moglie, Lamech fue, che ’l sangue pria creato al mondo spolse. In fra gli altri figliuoli, n’ebbe due 85 d’Ada: Iabel ed a costui do vanto che pria s’attenda con le genti sue. Iubal, suo frate, trovò modo al canto, ad organi e chitarra e, s’io non erro, in questo spese il tempo tutto quanto. 90 Tubalcain, di Sella, rame e ferro fabbricò prima e ogni altro metallo e fe’ carbon di castagno e di cerro. Questa schiatta Caina senza fallo multiplicava come la mala erba, 95 se non è coltivata in buono stallo. Di Seth, lo qual fu per opra e per verba puro e fedele e con fermo disio, nemico d’ogni creatura acerba, nacque Enos e costui, per quel che io 100 possa sapere, per certo fu il primo lo quale invocasse il nome di Dio. Discese Enoch di questo buono vimo, lo qual fu servo a Dio e con lui sparve nel terren paradiso, com’io stimo. 105 Suo figliuol fu che visse e non li parve presso a mille anni di dover far casa, sí poco pregiò il tempo e l’etá parve. È costui avo a quel che si travasa per mar con l’arca e con ogni animale, 110 in fin che vide la pioggia rimasa,quando spirò ogni cosa mortale".