Quid novi?

Il Dittamondo (6-11)


Il Dittamondodi Fazio degli UbertiLIBRO SESTOCAPITOLO XI"Amram discese del tribú Levi, che ’ngenerò Aron e Moisè: non so se udito l’hai mai piú che qui. Moisè fu legisto e con gran fè; la lingua non avea bene spedita: 5 ma qui non dico la cagion perchè. Uomo giá fatto e veggendo far lita tra due, quello d’Egitto tosto uccise, che tôr volea al suo Giudeo la vita. Per tema, del paese si divise 10 e, giunto al pozzo, dove stava Ietro, Sefora vide, in cui l’amor suo mise. Presela a sposa e, ritornato a dietro, quello che Dio li disse qui non dico, ché fun verba di marmo e non di vetro. 15 Per non dir troppo ancor non m’affatico con quante pistolenze Dio percosse, col re, l’Egitto in quel tempo antico. Parve al popolo suo che troppo fosse Moisè sopra il monte, perché un toro 20 fe’ d’or, col quale a idolar si mosse. Tornato e visto il peccato loro, le tavol de la legge infranse e ruppe; poi arse l’idol fabbricato d’oro. Color, ch’al mal la gente piú corruppe, 25 di subito, per gran disdegno e ira, del sangue e de la carne lor fe’ suppe. Data la legge, sí come disira, al popol suo, dopo venti anni e cento in val di Moab, sotto Phasga, spira. 30 Rimase duca d’alto intendimento Iosuè giusto, prudente, ed a cui Iddio promise, per darli ardimento: – Quale con Moisè, mio servo, fuital sarò teco in ogni tua gloria –: 35 in questo modo ragionò con lui. Sopra Merom e Maserophe vittoria li diede in contro a Iabi, re d’Asor, e ’n contro a piú, de’ quai non fo memoria. A secco piede passò Dan e Ior 40 con l’arca federa e giá soppellito era Aron di sopra il monte Hor. Poi, tra dodici tribi fu sortito tutto il paese che, vincendo quel re, Iosue prese, sí come hai udito. 45 Piú e piú altre cose al mondo fe’; la vita sua fu cento anni e diece e venti sei il popol tenne a sé. Sopra il monte Efraim l’avel suo fece e sappi bene che, quando morio, 50 che duca alcun non rimase in sua vece. A’ Giudici la signoria seguio, li quai duraro in fino a Samuel, che santo fu e amico di Dio. Quindici funno e ’l primo Othoniel; in questo tempo si vide Sansone: i’ dico del figliuol di Manuel. Costui, per quello che si scrive e pone, lungo una selva andando larga e bella, senz’arme uccise, abbracciando, un leone. 60 Costui, com’è dipinto per novella, uccise mille Filistei coi colpi grandi, che dava con una mascella. Costui arse col foco e con le volpi molte contrade; costui da una femina 65 tôso e ’ngannato perdé ossa e polpi. Duol sopra duol senza fallo s’ingemina addosso di colui c’ha mala sposa, tanti falsi pensier produce e semina. Similemente in pace si riposa 70 e vive chi l’ha buona; ma, per certo, poche ne son, chi ben guarda ogni cosa. Assai t’ho chiaro in breve e discoperto lo Genesi, l’Esodo e il Levitico e infino a Ruth gli altri libri aperto. 75 Benché in alcuna parte parlo ellitico, piú chiaro in alcun’altra, mi passo oltre, ch’è poco quel, che non mi piace, tritico. Ruth fu quella, che a piè de la coltre di Booz si puose e onde poi scese 80 l’un dopo l’altro con David, se oltre. Saul di Cis, che del tribú discese di Beniamino, fu colui il quale sopra a’ Giudei a regnar prima prese. Costui sopra a Naas aperse l’aie, 85 poi in verso a Doeg e senza fallo ciascun da lui sentio vergogna e male. Oh, quanto è folle chi ode il bando, e sallo, del suo signore, se ’l contrario fa; o, pur se ’l fa, se non cerca arrostallo! 90 Questo dich’io, qui, per Ionata, che gustò il mel contro al bando del re, ch’a pena ne scampò, come si sa. Oh, quanto è folle chi in Dio non ha fè per sua superba, come Saul fu 95 che, morti i suoi, s’uccise in Gelboè! Qui non ti vo’ contare, a ciò che tu da te cerchi, con quanta invidia e ira Saul cacciò David piú volte e piú. Oh quanto è fol chi ’l mal d’altrui disira 100 senza cagion, sol per invidia propia; oh, quanto è giusto se poi ne sospira,come han giá piú, de’ quai non ti fo copia!"