Quid novi?

Rime del Berni 9-11


Rime di Francesco Berni9Capitolo dei CardiPoi ch'io ho detto di Matteo Lombardi,de' ghiozzi, dell'anguille e di Nardino,voglio dir qualche cosa anco de' cardi,che son quasi meglior che 'l pane e 'l vino;e s'io avessi a dirlo daddovero,direi di sì per manco d'un quattrino.Et anche mi parrebbe dire il vero,ma la brigata poi non me lo credee fammi anch'ella rinegar san Piero;ben che pur alla fin, quando ella vedeche i cardi son sì bene adoperati,le torna la speranza nella fede.E dice: "O terque quaterque beatiquei che credono altrui senza vedere!",come dicon le prediche de i frati.Non ti faccia, villano, Iddio sapere,ciò è che tu non possa mai gustarecardi, carciofi, pesche, anguille e pere.Io non dico de' cardi da cardare,che voi non intendessi qualche baia;dico di quei che son buon da mangiare,che se ne pianta l'anno le migliaiaed attendonvi a punto i contadiniquando non hanno più facende all'aia;fannogli anche a lor mano i cittadinie sono oggi venuti in tanto prezzoche se ne cava di molti fiorini.Dispiacciono a qualch'un che non ci è avezzo,come suol dispiacere il caviale,che pare schifa cosa per un pezzo:pur non di manco io ho veduto taleche, come vi s'avezza punto punto,gli mangia senza pepe e senza sale;senza che sien così trinciati a punto,vi dà né più né men drento di morso,come se fusse un pezzo di pane unto.A chi piaccion le foglie et a chi 'l torso;ma questo è poi secondo gli appetiti:ogniuno ha 'l suo giudizio e 'l suo discorso.Costoro usan de dargli ne' conviti,dietro, fra le castagne e fra le mele,da poi che gli altri cibi son forniti.Mangiansi sempre al lume di candele;ciò è, volevo dir, mangiansi il verno,e si comincia fatto san Michele.Bisogna aver con essi un buon falernoo un qualch'altro vin di condizione,come sa proveder chi ha governo.Chi vuol cavar i cardi di stagione,sarebbe proprio come se volessemetter un legno su per un bastone,e se fusse qualch'un che li cocessee volesse mangiarli in varii modi,diria ch'egli non sa mezze le messe.I cardi vogliono esser grossi e sodi,ma non però sì sodi che sien duri,a voler che la gente se ne lodi;non voglion esser troppo ben maturi,anzi più presto alquanto giovanetti,altrimenti non son troppo sicuri;sopra tutto bisogna che sien netti;e se son messi per la buona via,causano infiniti buoni effetti:fanno svegliare altrui la fantasia,alzan la mente a gli uomini ingegnosidietro a' secreti dell'astrologia.Quanto più stanno sotto terra ascosi,dove gli altri cotal diventan vecchi,questi diventan belli e rigogliosi.Non so quel che mi dir di quelli stecchich'essi hanno; ma, secondo il parer mio,si posson comportar così parecchi,perché, poi che gli ha fatti loro Iddio,che fa le corna e l'unghie a gli animali,convien ch'io m'abbia pazienza anch'io;pur che non sien però di quei bestiali,che come li spuntoni stanno intieri,tanto che passarebbon gli stivali.O Anton Calzavacca dispensieri,che sei or diventato spenditore,compraci questi cardi volentieri;non ti pigliar le cose così a core,ma attendi a spender, se tu hai denari;del resto poi provederà il Signore.10Capitolo delle PescheTutte le frutte, in tutte le stagioni,come dir mele rose, appie e francesche,pere, susine, ciriegie e poponi,son bone, a chi le piacen, secche e fresche;ma, s'i' avessi ad esser giudice io,le non hanno a far nulla con le pesche.Queste son proprio secondo il cor mio:sàsselo ogniun ch'io ho sempre mai dettoche l'ha fatte messer Domenedio.O frutto sopra gli altri benedetto,buono inanzi, nel mezzo e dietro pasto;ma inanzi buono e di dietro perfetto!Dioscoride, Plinio e Teofrastonon hanno scritto delle pesche bene,perché non ne facevan troppo guasto;ma chi ha gusto fermamente tieneche le sien le reine delle frutte,come de' pesci i ragni e le murene.Se non ne fece menzion Margutte,fu perché egli era veramente mattoe le malizie non sapeva tutte.Chi assaggia le pesche solo un trattoe non ne vòle a cena e a desinare,si può dir che sia pazzo affatto affattoe che alla scuola gli bisogni andarecome bisogna a gli altri smemoratiche non san delle cose ragionare.Le pesche eran già cibo da prelati,ma, perché ad ogniun piace i buon bocconi,voglion oggi le pesche insino a i frati,che fanno l'astinenzie e l'orazioni;così è intravenuto ancor de' cardi,che chi ne dice mal Dio gliel perdoni;questi alle genti son piaciuti tardi,pur s'è mutata poi l'oppinionee non è più nessun che se ne guardi.Chi vuol saper se le pesche son buoneet al giudizio mio non acconsente,stiasene al detto dell'altre persone,c'hanno più tempo e tengon meglio a mente,e vedrà ben che queste pesche talipiacciono a' vecchi più che all'altra gente.Son le pesche apritive e cordiali,saporite, gentil, restorative,come le cose c'hanno gli speziali;e s'alcun dice che le son cattive,io gli farò veder con esse in manoch'e' non sa se sia morto o se si vive.Le pesche fanno un ammalato sano,tengono altrui del corpo ben disposto,son fatte proprio a beneficio umano.Hanno sotto di sé misterio ascosto,come hanno i beccafichi e gli ortolanie gli altri uccei che comincian d'agosto,ma non s'insegna a tutti i grossolani;pur chi volesse uscir di questo affannotrovi qualche dottor che glielo spiani,trovi qualche dottor che glielo spiani,ché ce n'è pur assai che insegnerannoquesto secreto et un'altra ricettaper aver delle pesche tutto l'anno.O frutta sopra l'altre egregia, eletta,utile dalla scorza infino all'osso,l'alma e la carne tua sia benedetta!Vorrei lodarti e veggio ch'io non posso,se non quanto è dalle stelle concessoad un ch'abbia il cervel come me grosso.O beato colui che l'usa spessoe che l'usarle molto non gli costa,se non quanto bisogna averle appresso!E beato colui che da sua postaha sempre mai qualch'un che gliele diae trova la materia ben disposta!Ma io ho sempre avuto fantasia,per quanto possi un indovino apporre,che sopra gli altri avventurato siacolui che può le pesche dare e tòrre.11Capitolo dell'orinaleChi non ha molto ben del naturaleet un gran pezzo di conoscimentonon può saper che cosa è l'orinale,né quante cose vi si faccin drento(dico senza il servigio dell'orina),che sono ad ogni modo presso a cento;e se fusse un dottor di medicinache le volesse tutte quante dire,arìa facende insino a domattina.Pur, chi qual cosa ne volesse udire,io son contento, per fargli piacere,tutto quel ch'io ne so di diffinire.E prima inanzi tratto è da sapereche l'orinale è a quel modo tondoacciò che possa più cose tenere:è fatto proprio come è fatto il mondo,che, per aver la forma circulare,voglion dir che non ha né fin né fondo;questo lo sa ogniun che sa muraree che s'intende dell'architetturache insegna altrui le cose misurare.Ha gran profondità la sua natura,ma più profonda considerazionela vesta e quel cotal con che si tura.Quella dà tutta la riputazione,diversamente, a tutti gli orinali,come danno anche e panni alle persone:la bianca è da brigate dozzinali;quella d'altro colore è da signori;quella ch'è rossa è sol da cardinali,che vi vogliono a torno que' lavori,ciò è frangie, fettuccie e reticelle,che gli fanno parer più bei di fuori.Vale altrui l'orinal per tre scarselleet ha più ripostigli e più secretiche le bisacce delle bagattelle.Adopranlo ordinariamente i pretie tengonlo la notte appresso al letto,drieto a' panni di razzo ed a' tappeti;e dicon che si fa per buon rispetto,che s'e' si avessin a levar la notte,verrebbe lor la punta o 'l mal di pettoe forse ad un bisogno anche le gotte,ma sopra d'ogni cosa il mal franzese,c'ha già molte persone mal condotte.Io l'ho veduto già nel mio paeseesser adoperato per lanternae starvi sotto le candele accese;e chi l'ha adoperato per lucerna,e chi se n'è servito per bicchieri,ben che questa sia cosa da taverna.Io v'ho fatto già su mille pensieri,avutovi di strane fantasiee da non dirle così di leggieri.E s'io dicessi, non direi bugie,ch'io me ne son servito sempre maiin tutte quante l'occorrenzie mie;et ogni volta ch'io l'adoperaiper mia necessità, sempre vi messitutto quel ch'io aveva, o poco o assai;e non lo ruppi mai né mai lo fessiche si potesse dir per mio difetto,ciò è che poca cura vi mettessi.Bisogna l'orinal tenerlo nettoe ch'egli abbia buon nerbo e buona schienae darvi drento poi senza rispetto;che se 'l cristallo è di cattiva vena,chi crepa e chi si schianta e chi si fende,et è proprio un fastidio et una pena.E tutte queste prefate facendedell'orinale, e parecchie altre appresso,conosce molto ben chi se ne intende;e chi v'ha drento punto d'interessogiudicarà, com'io, che l'orinaleè vaso da scherzar sempre con esso,come fanno i tedeschi col boccale.