Quid novi?

Er gatto avvocato


Er gatto avvocatoLa cosa annò così. La Tartaruga, mentre cercava un posto più sicuro pe' magnasse una foja de lattuga, j'amancò un piede e cascò giù dar muro: e, quer ch'è peggio, ne la scivolata rimase co' la casa arivortata.Allora chiese ajuto a la Cagnola; dice: — Se me rimetti in posizzione t'arigalo, in compenso, una braciola che ciò riposta a casa der padrone. Accetti? — Accetto. — E quella, in bona fede, co' du' zampate l'arimise in piede.Poi chiese: — E la braciola? — Dice: — Quale? — Ah! — dice — mó te butti a Santa Nega! T'ammascheri da tonta! E naturale! Ma c'è bona giustizzia che te frega! Mó chiamo er Gatto, j'aricconto tutto, e te levo la sete cór preciutto! —Er Gatto, che faceva l'avvocato, intese er fatto e j'arispose: — Penso che è un tasto un pochettino delicato perché c'è la questione der compenso: e in certi casi, come dice Orazzio, promissio boni viri est obbligazzio.Ma prima ch'io decida è necessario che la bestia medesima sia messa co' la casa vortata a l'incontrario finché nun riconferma la promessa, pe' stabbili s'è un metodo ch'addopra solo quanno se trova sottosopra. —Così fu fatto. Er Micio disse: — Spero che la braciola veramente esista... — La Tartaruga je rispose: — È vero! Sta accosto a la gratticola... L'ho vista. — Va bene, — disse er Gatto — nu' ne dubbito: mó faccio un soprallogo e torno subbito. —E ritornò, defatti, verso sera. — Avemo vinto! — disse a la criente. Dice: — Da vero? E la braciola? — C'era... ma m'è rimasto l'osso solamente perché la carne l'ho finita adesso pe' sostené le spese der processoTrilussa