Quid novi?

Li cunventi mutati in tormenti


Li cunventi mutati in tormentiAmmazza, ammazza... Eh sto proverbio è veroe ce ne danno un saggio li carnenti.Come disseno loro? Stat'attenti:er frate ar monno vale quanto un zero,er prete o drento o fora è sempre nero.Via preti e frati, via da li conventi:damo 'sti lochi a tutti li pezzentiche n'ànno de bisogno pe' davero.Scacciato er prete e er frate a mano a manoogni locale l'hanno aripulitoe ciànno messo drento un torcimano.Cusì adesso o convento, o stanzia o portico,qualunque bucio è stato convertitoper uso e pe' consumo de lo scortico.Giggi Zanazzo6 marzo 1880«Ammazza ammazza, son tutti una razza ». I parenti; in questo caso, i fratelli italiani venuti a Roma dalle regioni del Nord. -«Turcimanno, che, nel nostro caso, dicesi anche a Roma manutengolo» Il «turcimanno» era l'interprete, specialmente nei paesi orientali; la parola passò poi a significare scherzosamente il mezzano.Dopo il Settanta, i conventi, com'è noto, furono adibiti a uffici governativi: perciò gl'impiegati di questi uffici sono chiamati dal popolano di Roma, con tono sprezzante, torcimani, ossia mezzani, manutengoli dell'odiato Governo.Allusione al fisco che scortica i cittadini (scortico, dal latino "scortum " cioè « meretrice », significa anche il puttaneggiare, l'atto carnale, il luogo dove si dànno convegno coppie clandestine.