Quid novi?

Le donne italiane


Le donne italianeChi me, cui nella mentearde una fiamma di santissima ira,entro squallido tetto a prigion dirachi me condanna irrevocabilmente?Forse perché la vaga età fiorenteancor mi ride, e in mezzo al sesso mollenacqui dell’infelice numer’una,roderà sempre il freno, impazientequell’ardito pensier ch’entro mi bollesempre in governo alla viril fortuna?Ne mai di speme e di timor digiunacui tributano incensi il vile e il folle,né mai per questo suol ch’io amo tantoseguir potrò la sciolta fantasiae d’un libero cantoallegrar l’ira mia?Oh di luce mendicoerri pallido spirto illacrimatoqualunque mai volse in oscuro statodel men provvido sesso il lume amicoe circondò d’un vel santo e pudicola povera ignoranza e i dolci pettiisterilì con gel della paurae noi tristi, dell’uom fatto nemico,a spirar voglie astrinse e non affettie fè sembianti ad ogni vil pastura.Giuseppa Guacci Nobile (1807-1848)giugno 1834