Quid novi?

Sonetti inediti (Burchiello)


Sonetti inediti del Burchiello (Domenico Di Giovanni)IAndando in Spagna per la fiera a Todi,io vidi in un baston cento porchettech'erano arrosto: e quivi le paletteteneva el capitan da monte Godi.E quello era da Trievi e, se ben odi,con la sua birraria era alle strettecoi capi grossi e con le lor garrette,e l'uno all'altro dice: - Or rodi, rodi -.E gli erano in farsetto e gobbi snelli,attorno al collo di molti ballanti,e lor cantando prima gonfian quelliE fan bordon, sì come gli otricellidelle pive lombarde, et odi i cantiche paion di Valmonton belanti uccelli.E questi sono i belli,in la valle di Todi ver Perusa,ballando tutti a suon di cornamusa.E quivi questo s'usa:ballano i gozzi e lì cantano i muti,al suon delle campane di duo imbuti.IICampane rotte e staffe sgangherate,orpel da ceri e spalle di formiche,e unghie sanguinose e resie antiche,fanno morir le pulci a mezza state.E' pedicelli, ch'ha nelle mani un frate,che fa 'l dì quattro o cinque magne biche,fanno del culiseo surger l'urtiche,cagion delle fagiane spampanate.E truovo, nelle cetere de' buoi,che 'l suon de' ragnateli, in val di Stento,è buono a far ballare i colatoi;E le grondaie, infino al fondamento,hanno saputo come tu non puoidel favagello operar più l'unguento.Tosto che 'l lume è spento,porta un boccal di vino e quattro gottie, se fie ver, con esso chiarirotti.IIICome desideroso di nuova artevi mando un bel provato esperimentoper voler dipartir l'or da l'argento,sì come truovo a le mie scritte carte.Un'acqua, che di subito diparteli doi metalli senza fuoco o vento,a ciò porrete el vero intendimento,sì che bene intendiate a parte a parte.Un basto d'asin maschio prendarete,con trentasette libbre di buturo;venti staia di funghi trovarete,Tre pettini di stoppa ed un tamburo,dieci coglion di preti presi areteed una cotta di sapon ben duro.E faccioti securose tutte queste cose per lambiccodistillerai, poi tu sarai ben ricco.IVCommodi proprii e segreti ridotti,finzion coperte e 'l farsi bello in piazza,e chi me' vi sgumina e vi scacazzariformerà questi nuovi rimbrotti.Sarà che Iddio vorrà gli altri son motti,e chi più nel metallo si diguazzanon sa se la fia natta o pur codazza,s'a nuovo tempo e patti ci fien rotti.Il caso è dubbio ed i pareri strani,d'assai pompe risulta poco effetto,così 'l tempo vi fugge tra le mani.Ch'i' vi vegghi interromper, i' ve l'ho detto,ogni vostro disegno è sciolto a' cani,per sbucarla infine a suo dispetto.Sicché fate concettodi condur tal disegno che riesca,e tendere ispaniato a chi v'aesca.VCorse già venti giorni il monton d'oro,quando scontrò la stella saturninae fe' partenza dalla pellegrina,ed io alle fresc'ombre m'inamoro.E vinto era il partito in concestoro,che non si comperassi più tonnina,e tolsono una carta d'agnellinae fecionne rogato ser Ristoro.Allor fecion rombazzo l'uova sode,andorno al Santo alla benedizioneperché gli aglietti avien lunghe le code.E fu in que' dì sì grande uccisione,ch'è una crudeltà pur a chi l'ode:però ne feci tal rimembrazione.Poi fu consolazioneagli animi gentil, e gli altri annoia,che son sì vaghi della salamoia.