Quid novi?

Il Malmantile racquistato 02-2


"Il Malmantile racquistato" di Lorenzo Lippi (alias Perlone Zipoli), con gli argomenti di Antonio Malatesti; Firenze, G. Barbèra, editore, 1861)SECONDO CANTARE21Arrivati che furono ambeduoiA conoscere omai il pan da' sassi,E saper quante paia fan tre buoi (210);Sebben dal padre avevan degli spassi,Vedendosi già grandi impiccatoi (211),Ed a soldi tenuti bassi bassi,Ostico gli pareva e molto strano;Ed in particolare a Florïano.22Dimodochè sdegnato, come ho detto,Che il duca per la sua spilorceriaOgnor viepiù tenevalo a stecchetto,Un dì si risolvette d'andar via;Ma tacquelo, per fare il giuoco netto,Fuor che al fratello, al qual 'n una osteriaDisse (veduto avendo a un fiasco il fondo)Volersene ramingo andar pel mondo.23Amadigi a distorlo tutto un giornoS'arrabbiò, s'aggirò come un paleo:Ma perchè quanto più gli stava intorno,Egli era più ostinato d'un Ebreo;Tu vuoi ir, disse, è vero? o va' in un forno (212):E dopo un grande e lungo piagnisteo,Orsù, vanne, diss'egli, io me n'accordo;Ma lasciami di te qualche ricordo.24Allor per soddisfarlo Florïano,Acciocchè più tener non l'abbia in ponte,Con un baston fatato, ch'avea in mano,Toccò la terra e fece uscir un fonte.E disse: quindi poi, benchè lontano,Vedrai s'io vivo o s'io sono a Caronte;Perchè quest'acqua ognor di punto in puntoIn che grado io sarò diratti appunto.25Se al corso di quest'acqua porrai cura,Tutto il corso vedrai di vita mia:Mentr'ella è chiara, cristallina e pura,Di' pur ch'io viva in festa ed allegria;Ed all'incontro, se è torbida e scura,Ch'ella mi va come dicea la Cia (213):Ma quand'ella del tutto ferma il corso,Di' ch'io sia ito a veder ballar l'orso (214).26Ciò detto, in capo il berrettin si serra,Mette man(215), chiude gli occhi e stringe i denti:E dà sì forte una imbroccata in terra,Che 'l ferro entrovvi fino a' fornimenti (216).In quel che (217) i grilli e i bachi di sotterraSgombrano tutti i loro alloggiamenti,Pullula fuori un cesto di mortella,E di nuovo Florian così favella:27Fratel mio caro, questa pianta ancora,Com'io la passi, ti darà ragguaglio:Cioè, mentr'ell'è verde, anch'io alloraSon vivo, fresco e verde come un aglio (218);E quand'ella appassisce e si scolora,Anch'io languisco od ho qualche travaglio:In somma, s'ella è secca, leva (219) i moccoli,Per farmi dire il requie scarpe (220) e zoccoli.28Poichè queste parole ebbe finito,Dal suo caro Amadigi si licenza:Il qual rimase tutto sbigottito,Perocchè gli dolea la sua partenza;Quando in sella Florian di già salito,Senza gran doble o lettre di credenza,Andonne a benefizio di natura (221),Con due servi, cercando la ventura.29E il primo giorno fece tanta via,Che i suoi lacchè, spedati e conci male,Si rimasero, l'uno all'osteria,E l'altro scarmanato allo spedale;Ond'ei più non avendo compagnia,Sebbene accanto avea spada e pugnale,Per non aver paura in andar solo,Cantava, ch'e' pareva un rusignolo.30Così nuove canzoni ognor cantando,Con una voce tremolante in quilio (222)E qualche trillettin di quando in quando,Alle stelle n'andava e in visibilio (223):Onde a' timori al fin dato di bando,Tirava innanzi il volontario esilio;E giunto a Campi, lì fermar si volleA bere, e far la zolfa per B molle (224).31A Campi (225), ora spiantato alla radice,Dominava in quei tempi Stordilano;Sebben Turpino scrive, ed altri diceCh'ei regnasse in un luogo più lontano.Ebbe una figlia, detta Doralice,Che aveva un occhio che uccidea 'l cristiano (226):Ma quel che più tirava la brigata,È l'esser sola e ricca sfondolata.32Come io dissi, Florian nella cittadeEntrò per rinfrescarsi e toccar bomba (227):Ma il gran frastuono che in quelle contradeD'armi, di bestie e d'uomini rimbomba;Il sentir su pe' canti delle stradeTutti a cavallo risuonar la tromba;Ed il voler saperne la cagione,Lo fecero mutar d'opinïone.33Era già scavalcato ad una ostessa,Per far, siccome ei fece, un conticino (228):Nè altro ebbe che pane e capra lessa,Che fitta (229) anche gli fu per mannerino.Bevve al pozzo una nuova manomessa (230);Perchè il vinaio avea finito il vino.Fece conto, e pagò ben volentieri:Poi chiese il fin di tanti strombettieri.34Ella rispose: e come? non lo sai?Se per Campi non è altro discorso,Che avendo il re una figlia, ch'oggimaiAbbraccerebbe un uom, prima che un orso (231):E perchè reda ell'è, bella e d'assai,Di pretendenti avendo un gran concorso,Bandire ha fatto, acciò nessun si lagni,Che in giostra, chi la vuol, se la guadagni.35Ma che occorre che in ciò più mi distenda,Mentre la cosa è tanto divulgata?Però lasciami andare, ch'io ho faccenda,Avendo sopra un'altra tavolata.Dice Florian che a' suoi negozi attenda,Scusandosi d'averla scioperata:E rimessa la briglia al suo giannetto,Come un pardo saltovvi su di netto.36Tocca di sproni e vanne, e giunge in piazza,Dov'egli ha inteso che s'ha a far la giostra,Che per veder il popol vi s'ammazza;E appunto i cavalier facean la mostra.Sedeva il re, presente la ragazza,Che quanto adorna e bella si dimostra,Tanto è confusa, avendo a aver consorte,Non a suo mo', ma qual vorrà la sorte.37Florian in contemplar faccia sì bella,Dove quel crudo balestrier d'AmoreTira frecciate come la rovella (232),Sentissi anch'esso traforare il cuore:E com'uomo di marmo in su la sellaRestò perplesso e pieno di stupore;Scorgendo Amor, le Grazie, e in un raccoltoLe Trombe (233), e il non plus ultra di un bel volto.38Poffar, dicea, che bella creatura!Quell'ostessa davvero avea ragione;Perch'ella è bella fuor d'ogni misura:Per me non saprei darle eccezïone.Capperi! può ben dir d'aver venturaQuello a cui tocca così buon boccone;Ma s'ella s'ha da vincer colla lancia,Oggi è quando ci arrischio anch'io la pancia.39O per tutt'oggi beccomi su moglieNobile, ricca e bella; o veramenteVi lascio l'ossa. S'ella coglie, coglie;Se no, a patire: o Cesare, o nïente.Ciò detto, salta in campo, e un'asta toglie;Intruppandosi là dov'ei già senteChe appunto il re sollecita, e commetteChe pe' primi si tirin le bruschette (234).40Come volontaroso Florïano,Senza chieder licenza o cosa alcuna,Si fece innanzi: e postovi la mano,Di trarne la più lunga ebbe fortuna.Poco dopo il Marchese di SoffianoSimile a quella anch'egli ne trasse una;Ond'essi, come pria fu destinato,Furono i primi a correr lo steccato.41Piglian del campo, e al cenno del trombettaSi vanno incontro colla lancia in resta.Il Marchese a Florian l'avea direttaPer chiapparlo nel mezzo della testa;Ma quei ch'è furbo, a un tempo fa civetta (235)E aggiusta lui, dicendo: assaggia questa.Perchè gli diede sì spietata botta,Ch'egli andò giù come una pera cotta.Note:(210) BUOI ecc. Si noti che subito dopo aver nominato i buoi, con maligna allusione nomina il padre.(211) IMPICCATOI. Che han passato i diciott'anni, cosicchè possono essere impiccati.(212) VA' IN UN FORNO. Va' in malora, al diavolo, in galea.(213) LA CIA, fruttaiuola, usava un certo suo detto laido per significare: Mi va male.(214) BALLAR L'ORSO. Di' che son morto. Uno di quei tanti detti, usati dalla plebe buffona, per levarsi la trista idea della morte. (Salvini.)(215) METTE MAN alla spada.(216) FORNIMENTI. Qui l'elsa(217) IN QUEL CHE. Mentre i grilli spaventati scappano.(218) VERDE COME UN AGLIO. Qui vegeto ma la frase adoprasi anche a denotare uomo di poca sanità, alludendo allora non alla freschezza, ma al colore.(219) LEVA. Compra.(220) REQUIE SCARPE. Storpiamento buffonesco di requiescat. L'idea di scarpe ha poi attratta quella di zoccoli, anco perchè i frati sogliono accompagnare i morti.(221) A BENEFIZIO DI NATURA. Ove fortuna lo guidasse.(222) QUILIO. Falsetto.(223) IN VISIBILIO. Si usa (dal Visibilium omnium et invisibilium) per andare in estasi; ma qui pare che significhi mandava note acutissime.(224) PER B MOLLE. Bemolle o bimolle. Il doppio senso e l'idea di trincare che v' è dentro, son manifesti.(225) CAMPI. Castello a sei miglia da Firenze, è detto spiantato alla radice non perchè sia diroccato affatto, ma per dire pieno di gente spiantata.(226) 'L CRISTIANO. Gli uomini(227) TOCCAR BOMBA. Partirsene presto. Chiamasi bomba nel giuoco dei birri e ladri quel luogo immune, cui toccando i fanciulli che fari da ladri, non possono esser presi da quelli che fan da birri: e perchè il trattenersi a lungo nella detta bomba non è permesso, toccar bomba ha il significato che s'è detto.(228) FARE UN CONTICINO. Mangiare e pagare.(229) FITTA. Ficcata la carota, fattogli credere che fosse castrato.(230) NUOVA MANOMESSA. Il primo vino spillato, da manomettere, metter mano, mettere a mano un vaso nuovo. Nuovo, sta per insolito, perchè Floriano non s'era mai ritrovato a bever acqua.(231) PRIMA CHE UN ORSO. È detto come per antifrasi, ad esprimere il jam matura viro, e il gran desiderio di sposarsi. Analoga a questa è la frase: a Farei il sacrificio di sposare quella ricca erede.(232) COME LA ROVELLA. In frasi analoghe ora si sente dire: come un diavolo. Il tale corre come la rovella; corre come un diavolo.(233) LE TROMBE. In una delle carte da giuoco delle Minchiate è effigiata la Fama con due trombe; e il nome di quella carta, stimata la più bella e detta Le trombe, passò a significare cosa perfetta nel suo genere.(234) BUSCHETTE, o bruschette, sono fili di paglia di diversa lunghezza, con cui si tiran le sorti, così: Mettonsi perpendicolari fra le mani o fra due assi, in guisa che l'un de' capi sia nascosto. Chi tira il più lungo o il più corto (secondo il pattovito), ha la sorte; gli altri si succedono nella sorte, secondo che il filo tirato da ognuno è più o meno lungo.(235) FA CIVETTA. Abbassa il capo. Vien dal giuoco di civetta che si fa in tre. Uno è nel mezzo con in capo un berretto che gli altri due, ai fianchi, s'ingegnano con botte di fargli saltar di capo. Ma botte non si puo dare finchè quel di mezzo, che ha le mani in terra, non le alza per dar mostaccioni a dritta e sinistra. Tutta l'arte per lui consiste nel far civetta mentre e' dà, e gli è dato lo scappellotto.