Quid novi?

Il Malmantile racquistato 03-2


"Il Malmantile racquistato" di Lorenzo Lippi (alias Perlone Zipoli), con gli argomenti di Antonio Malatesti; Firenze, G. Barbèra, editore, 1861)TERZO CANTAREArgomento26Fu del Garani ascritto successorePuccio Lamoni (333), anch'ei grande ingegnere,Bravissimo guerrier, saggio dottore,Cortigiano, mercante, e taverniere.Dicon ch'ei nacque al tempo delle more,Perch'egli è di pel bruno e membra nere;Or qua di Cartagena eletto duce (334),Il fior de' mammagnuccoli (335) conduce.27L'armata avea tra gli altri un cappellanoDottor, ma il suo saper fu buccia buccia;Perocch'egli studiò col fiasco in mano,Ed era più buffon d'una bertuccia.Faceva da pittore, da Tiziano;Ma quanto fece mai, n'andava a gruccia (336):Ebbe una chiesa, e quivi a bisca apertaSi giuocò fino i soldi dell'offerta (337).28Franconio si domanda Ingannavini:E fu pregato, come il più valente,Perch'egli sapea leggere i Latini,A far quattro parole a quella gente.Egli (338), che aveva in casa il ColtelliniGià fatta una lezione e salla a mente,Subito accetta, e siede in alto solio,Senza mettervi su nè sal nè olio (339).29Sale in bigoncia con due torce a vento,Acciò lo vegga ognun pro tribunali:Ove, mostrar volendo il suo talento,Fece un discorso e disse cose tali,Che ben si scorse in lui quel fondamento,Che diede alla sua casa Giorgio Scali (340):E piacque sì, che tutti di concordiaSi messero a gridar misericordia.30Il tèma fu di questa sua lezione,Quand'Enea, già fuor del suo pollaio,Faceva andare in fregola Didone,Come una gatta bigia di gennaio:E che se i Greci, ascosi in quel ronzone,In Troia fuoco diedero al pagliaio,E in man(341) d'Enea posero il lembuccio,Ond'ei (342) fuggì col padre a cavalluccio;31Così, dicea, la vostra e mia reginaQui viva e sana, e della buona voglia,Cacciata fu dall'empia concubinaTre dita anch'ella fuor di quella soglia;Però, se un tanto ardire e tal rapinaParvi che adesso gastigar si voglia,V'avete il modo, senza ch'io lo dica.Io ho finito: il ciel vi benedica.32Poichè da esso inanimite furoLe schiere, si portarono a' lor posti:E già sdraiato ognun, lasso, e maturoIn grembo al sonno gli occhi aveva posti;Quando a un tratto le trombe ed il tamburoRoppe i riposi e i sonni appena imposti;Ma svanì presto così gran fracasso,Chè 'l fiato al trombettier scappò da basso.33E questo (343) cagionò, che incolloritoIl Generale di cotanta fretta,Con occhi torvi minacciò col dito,Mostrando voler farne aspra vendetta.Seguì, che un ufizial suo favorito,Che più d'ogn'altro meno se lo aspetta,Toccò la corda (344) con i suoi intermediDe' tamburini e trombettieri a' piedi (345).34Alla corda così vuol che s'attacchi,Perchè d'arbitrio e senza consigliarsiFacea venir all'armi, allorchè stracchiBisogno avevan più di riposarsi:Ed eran mezzi morti, e come bracchiGivano ansando inordinati e sparsi:E con un fior di lingue e orrenda vistaSoffiavan, ch'i'ho stoppato un alchimista (346).35Amostante non solo era sdegnatoChe di suo capo e propria cortesia (347),Senza lasciar che l'uom riabbia il fiato,Ei volesse attaccar la batteria;Ma perchè seco aveva concertato,Ch'egli stesso, che sa d'astrologia,Vuol, prima che 'l nimico si tambussi,Veder che in Cielo sien benigni influssi.36Omai la fama, che riporta a voloD'ogni intorno le nuove e le gazzette,Sparge per Malmantil, che armato stuoloVien per tagliare a tutti le calzette (348).Già molti impauriti e in preda al duolo,Non più co' nastri legan le scarpette,Ma con buone e saldissime minuge,Perchè stien forti ad un rumores fuge.37In tal confusïone, in quel vilume (349),All'udir quei lamenti e quegli affanni,A molti ch'eran già dentro alle piume,Lo sbucar fuori parve allor mill'anni:Chi per vestirsi riaccende il lume,Perocch'al buio non ritrova i panni;Chi nudo scappa fuori, e non fa stimaChe dietro gli sia fatto lima lima (350).38Perchè s'egli ha camicia o brache o vesta,Non bada che gli facciano il baccano;Bensì del tristo avviso afflitto resta,Onde più d'un poi giuoca di lontano (351):Chi torna indietro a fasciarsi la testa,E chi si tinge (352) con il zafferano;Chi dice che una doglia gli s'è presa,Per non avere a ire a far difesa.39Altri, che fugge anch'ei simil burrasca,Finge l'infermo, e vanne allo spedale:E benchè sano ei sia com'una lasca,Col medico s'intende o col speziale;Perchè all'uno ed all'altro empie la tascaAcciò gli faccian fede ch'egli ha male:Ed essi questo e quel scrivon malato:E chi più dà, lo fan di già spacciato.40Sicchè con queste finte e con quest'arteCostor, che usan la tazza e non la targa,Servir volendo a Bacco e non a Marte,Che non fa (353) sangue, ma vuol che si sparga,D'uno stesso voler la maggior parteTrovan la via di starsene alla larga;Ed il restante, non sì astuto e scaltro,Comparisce, perch'ei non può far altro.41Mentre in piazza si fa nobil comparsa,Anche in palazzo armata la regina,Con una treccia avvolta, e l'altra sparsa,Corre alla malmantilica rovina;Benchè ne' passi poi vada più scarsa,Perchè all'uscio da via mai s'avvicina.Da sette volte in su già s'è condottaFino alla soglia, ma quel sasso scotta.42Viltà l'arretra, onor di poi la 'nvitaA cimentar la sua bravura in guerra:L'esorta l'una a conservar la vita,L'altro a difender quanto può la terra.Pur, fatto conto di morir vestita (354),Voltossi a bere; e divenuta sgherra(Perocchè Bacco ogni timor dilegua)Dice: o de' miei, chi mi vuol ben mi segua.43Dietro a' suoi passi mettesi in camminoMaria Ciliegia (355), illustre damigella:Tutto lieto la segue il Ballerino,Che canta il titutrendo falalella (356);Va Meo (357) col paggio; zoppica Masino,Corre il Masselli, e il capitan Santella;Molti e molt'altri amici la seguiro,E più mercanti, c'hanno avuto il giro (358).44La segue Piaccianteo suo servo ed aio,Che in gola tutto quanto il suo si caccia:Le cacchiatelle (359) mangia col cucchiaio,Ed è la distruzion della vernaccia.Già misurò le doppie collo staio;Finita poi, che fu quella bonaccia,Pel contagio portò fin la barella:Ed ora in corte serve a Bertinella.45Comanda la padrona ch'egli scenda,E stia giù fuori con gli orecchi attentiFra quelle schiere, finch'ei non intendaA che fine son là cotante genti;Ma quegli, al qual non piace tal faccenda,Se la trimpella e passa in complimenti:E perchè a' fichi il corpo serbar vuole,Prorompe in queste o simili parole:46Alta Regina, perchè d'obbedirePiù d'ogni altro a' tuoi cenni mi do vanto,Colà n'andrò; ma, come si suol dire,Come la serpe quando va all'incanto:Non ch'io fugga il pericol di morire,Perch'io fo buon(360) per una volta tanto,Ma perchè, s'io mi parto, non ti restaUn uom, che sappia dov'egli ha la testa.47Non ti sdegnar s'io dico il mio pensiero;Chè possibil non è ch'io taccia o finga:E, s'e' n'andasse il collo, sempre il veroSon per dirti, e chi l'ha per mal, si cinga (361).Ti servirò di cor vero e sincero,Senza interesse d'un puntal di stringa,E non come in tua corte sono alcuniAdulator, che fanno Meo Raguni (362).48Io dunque, che non voglio esser de' loro,Ma tengo l'adular pessimo vizio,Soggiungo, e dico, per ridurla a oro (363),Che mal distribuito è questo ufizio,E che non può passar con tuo decoro;Poichè, mostrando non aver giudizio,Un tuo aio ne mandi a far la spia,Quasi d'uomin tu avessi carestia.49Manda manda a spiar qualche arfasatto,O un di quei (364) che piscian nel cortile:Questo farà il mestier come va fatto,Senza sospetto dar nel campo ostile;Ostile dico, mentre costa (365) in fatto,Che cinto ha d'armi tutto Malmantile.Tal gente si può dire a noi contraria,Perchè non vien quassù per pigliar aria.50E perch'ei non vorrebbe uscir del covo,Soggiunge dopo queste altre ragioni;Ma quella, che conosce il pel nell'uovo,S'accorge ben che son tutte invenzioni;Però, senza più dirglielo di nuovo,Lo manda fuori a furia di spintoni;E mentre ei pur volea 'mbrogliar la Spagna (366),Gli fa l'uscio serrar sulle calcagna.Note:(333) PUCCIO LAMONI. Paolo Minucci, il comentatore del Malmantile Racquistato(334) DUCE DI CARTAGENA. Espertissimo giocator di carte.(335) MAMMAGNUCCOLI. Così chiamavansi una società di giocatori.(336) ANDARE A GRUCCIA. Essere stroppiato. (337) Offerta dicesi quel tanto che danno alla chiesa in certe occasioni certe pie confraternite.(338) EGLI che aveva già fatta una lezione in casa Coltellini ecc.(339) SENZA METTERVI ecc. Subitamente, come chi per mangiar presto una vivanda, non la condisse.(340) A GIORGIO SCALI, che nel 1381 tentò avventatamente in Firenze un rivolgimento politico, fu mozzo il capo.(341) E IN MAN ecc. Mandaron via. Piglia il lembo, piglia il cencio dicevasi da' maestri di bottega a' garzoni, e intendevasi, Vattene.(342) OND'EI ecc. Enea propriamente fuggì col padre, portandolo a pentolino, perchè Virgilio gli fa dire: Cave pater, cervici imponere nostræ. Il portare a cavalluccio è quando il portato, avvolte le braccia al collo del portante, glie le stringe sul petto, e il portante ricinge colle sue braccia le gambe del portato che lo inforca ai fianchi. Questo a Siena dicesi a saccaceci, e altrove a ciarpello.(343) E QUESTO ecc. Lo scappar del fiato da basso per la paura, fu effetto di ciò, che il generale ecc.(344) TOCCÒ LA CORDA. Ebbe dei tratti di corda.(345) AI PIEDI. Legatigli ai piedi.(346) I'HO STOPPATO ecc. Soffiavan sì che io ne disgrado un alchimista. Gli alchimisti soffiavano assai nel fuoco per ottenere temperature elevatissime.(347) PROPRIA CORTESIA. Senza che altri ne lo richieda.(348) CALZETTE. Gambe; e intende ferire in genere.(349) VILUME. Volume; viluppo, tafferuglio.(350) FARE O DIR LIMA LIMA. Beffare. È un detto insieme e gesto che i bambini si fanno, fregandosi in punta gl'indici delle due mani.(351) GIUOCA DI LONTANO. Se ne sta alla larga.(352) SI TINGE ecc., per fare il viso giallo da ammalato.(353) NON FA. Non si converte in sangue, come il vino (Bacco).(354) MUOR VESTITO chi muore in guerra.(355) MARIA CILIEGIA. Questa donna creduta pazza, è personaggio storico; e il Minucci ce la dà per un Diogene fiorentino in gonnella.(356) TITUTRENDO FALALELLA. Sillabe che si cantavano per imitare il suono del chitarrino.(357) MEO ecc. Uomini mezzo matti o stroppiati, che vivevano, dice il Minucci, provvisionati dal Palazzo. Nella immensa famiglia degl'impieghi, questa è ora una specie estinta.(358) IL GIRO. Qui vuol dire gente impazzata; ma nel proprio, Giro de' Mercanti si diceva, quando un banchiere teneva in mano il danaro di tutta la piazza.(359) CACCHIATELLO. Specie di pane finissimo.(360) FO BUON ecc. È certo che non potrei morire più che una volta.(361) SI CINGA. Prenda a sostenere il contrario anche con la spada, chè io gli risponderò.(362) RAGUNI. Ragunare, ammassar danaro.(363) RIDURLA A ORO. Concludere.(364) UN DI COLOR ecc. Che fan la spia, perchè aggirandosi molto per la corte del Bargello, ivi gli occorron bisogni.(365) COSTA. Consta, è manifesto. Questa parola pronunciata coll'aspirazione fiorentina, fa bisticcio con ostile.(366) IMBROGLIAR LA SPAGNA, Vale semplicemente imbrogliar con chiacchiere.