Quid novi?

Li ventiscinque novemmre


242. Li ventiscinque novemmreOggiaotto ch’è Ssanta Catarinase cacceno le store (1) pe le scale,se (2) leva ar letto la cuperta fina,e ss’accenne er focone in de le sale.Er tempo che ffarà cquela matinape Nnatale ha da fàllo tal’e cquale. (3)Er busciardello (4) cosa mette? bbrina?La bbrina vederai puro a Nnatale.E ccominceno ggià li piferari (5)a ccalà da montagna a le maremmeco cquelli farajôli (6) tanti cari!Che bbelle canzoncine! (7) oggni pastorele cantò spiccicate (8) a Bbettalemmener giorno der presepio der Zignore.De Pepp’er tosto18 novembre 1831 Note:1 Si cavano le stuoie. Alle porte d’ingresso delle case di persone nobili o agiate si pone una stuoia, o bussola imbottita.2 Si.3 Opinione volgare costantissima, che si ride dell’esperienza. Vari altri simili giorni di osservazione sono nel corso dell’anno.4 Il bugiardello, il lunario.5 Abruzzesi, suonatori di pive e cornamuse o cennamelle, che il popolo chiama ciaramelle.6 Mantelletti rattoppati che raramente giungono loro al ginocchio.7 Niuno può vantarsi di aver mai inteso ciò che essi cantano.8 Tali e quali.Pepp'er tosto è uno degli pseudonimi con i quali Giuseppe Gioachino Belli firmava i suoi sonetti