Quid novi?

Lionello d’ Este


L ‘Amor me ha facto cieco, e non ha tantoL ‘Amor me ha facto cieco, e non ha tantode charità, che me conduca en via :me lassa per despecto en mea balia,e dice : Hor va tu, che presciumi tanto.Et eo, perchè me sento en forze alquanto,e stimo de truovar chi man me dia,vado : ma puoi non sciò dovo me sia,tal che me fermo dricto su d’ un canto.Allora Amore, che me sta guatando,me mostra per desprezzo e me obstenta,e me va canzonando en alto metro,né ‘l dice tanto pian ch’ io non lo senta :et io respondo così borbottando :Mostrame almen la via, che torna endietro.di Lionello d’Este, marchese di FerraraSecolo XVTratto da: "Lirica italiana antica, novissima scelta di rime dei secoli decimoterzo, decimoquarto, e decimoquinto; illustrate con melodie del tempo e con note dichiarative", di Eugenia Levi (1876-?), Firenze, Bemporad 1908, pagina 181.Leonello d'EsteLEONELLO. Fu de' principi di Ferrara: morì giovane; scrisse assai poco, e con poca celebrità; colpa della fortuna, alla quale non regge neppure l'ingegno, nè il merito degli scrittori, né l'autorità de' principi. Certo che Anacreonte non ha invenzione nè più graziosa, nè più amabilmente espressa di questa:Amor mi ha fatto cieco.E la morale che racchiude sarebbe salutarissima, a chi potesse giovarsene: se non che è più facile a non incamminarsi verso le passioni, che a tornarsene indietro dal loro affannoso sentiero.Da: "Vestigi della storia del sonetto italiano", di Ugo Foscolo, Salerno 1816.