Quid novi?

A uno litterato novellino...


A uno litterato novellino monimentoGiovinciel, se tu vuo' di rinomeaProveccio, e' tuo' dittati aggian nitore,Cansa la mala via, sèrbati fuoreDi quella fuia aquilonar valleaDove anfana la frotta che donneaCo la ria stummia de lo stil peggioreScialando invecerie sanza dolzorePer sua carenzia di diritta idea.De' caporani nostri abbiti a speglioGli eloquii stietti, bontadiosi, arguti,Per avacciarti de lo bene in meglio.Esto faccendo, viva e floriscenteGodraiti orranza, infin che non si stutiQuello sole di Dio magno e sprendiente.Giuseppe Gioachino Belli5 novembre 1843Da "Poesie inedite" di Giuseppe Gioachino Belli Romano, Volume 1", Roma, Tipografia Salviucci 1865, pagina 20Mio glossario:Rinomea (Dal 4° Dizionario de La Crusca.)Definiz:     V. A. Rinomanza. Lat. nomen, fama.Esempio:     G. V. 4. 13. 1. Avemo nominati i nobili, e possenti della città di Firenze, che al tempo dello Imperatore Currado Primo ec. erano di rinomea, e di stato in Firenze.Esempio:     E G. V. 12. 34. 5. E intra gli altri di rinomea vi morì messer Francesco de' marchesi da Esti.Esempio:     Tac. Dav. ann. 4. 98. Afro n'ebbe rinomea tra' primi oratori. rinomea [ri-no-mè-a] n.f. pl. -ee (Garzanti linguistica)(ant.) rinomanza, celebritàEtimologia: ← dal fr. renommée, deriv. di renommer ‘rinomare’.provèccio (o provècchio) s. m. [dallo spagn. provecho, che è il lat. profectus -us, der. di proficere «avanzare, progredire, avvantaggiarsi», part. pass. profectus], ant. - Utilità, guadagno, profitto economico, o anche progresso politico: guadagno, ch’ei dicon proveccio, Cioè rapina e furto (Buonarroti il Giov.); avversando e disfavorendo i provecci postivi e intellettuali delle nazioni (Gioberti). (Treccani Online).Aquilonare agg. [dal lat. tardo aquilonaris], letter. - D’aquilone: vento a.; che viene dalla parte di aquilone o è volto verso aquilone; settentrionale: regione a.; Su l’aspra riva cui l’aquilonare Flutto castiga (Carducci).  (Treccani Online).Vallèa s. f. [dal fr. vallée, der. di val «valle»], poet. - Vallata, valle: Quante ’l villan ch’al poggio si riposa ... Vede lucciole giù per la v. (Dante); l’anima tornata Dalla squallida v. [=dal Limbo], Al Divino che tacea: Sorgi, disse, io son con Te (Manzoni). (Treccani Online).Anfanare v. intr. [forse affine ad affannare] (io anfàno, ecc.; aus. avere), non com.1. Propr., parlare a vanvera, a sproposito: tu farnetichi ... e anfani a secco (Boccaccio); poi anche affaccendarsi, affannarsi inutilmente: che cosa è tutto questo a., gridare, rissare? (Pascoli); fig.: in quel grande a. di vita nuova (Carducci).2. ant. Andare qua e là senza scopo. (Treccani Online).Donnea. Donneare: Definiz: Da Donna. Fare all'amor colle donne, o Conversar con esse per ispassarsi.Esempio:     Nov. ant. 79. 1. Levate le tavole, menaronlo a donneare.Esempio:     Dant. Par. 27. La mente innamorata, che donnéa Colla mia donna.Esempio:     E Dan. rim. 40. Non moverieno il piede Per donneare a guisa di leggiadro.Esempio:     Libr. Mott. Ella non voleva, che attendeva a donnear con M. Ricciardo (quì: fare all'amore, ed è detto della donna coll'uomo.)Definiz:     §. Per metaf.Esempio:     Dant. Par. 24. Ricominciò: la grazia, che donnéa Colla tua mente, la bocca t'aperse.Esempio:     Dittam. 1. 12. E Giano appreso a donnear mi prese (parla la città di Roma).  (Dal 4° Dizionario de La Crusca.).donneare v. intr. [dal provenz. domneiar, der. del lat. domina, domna: v. donna] (io donnèo, ecc., ma le forme del pres. indic. e cong. sono rare), ant. - Trattenersi in conversazione, amichevole o galante e amorosa, con una o più donne; corteggiare, amoreggiare: e la badessa e le suore li veniano incontro e, in sul d., quella che più li piacesse, quella il servia (Novellino); non moveriano il piede Per d. a guisa di leggiadro (Dante); anche fig.: La mente innamorata, che donnea Con la mia donna sempre (Dante), che si compiace di vagheggiarla. (Treccani online).Fròtta s. f. [dal fr. ant. flotte «gruppo numeroso»; cfr. flotta2]. - Gruppo, in genere non ordinato, di persone che vanno insieme: una f. d’amici, di soldati; una f. di ragazzi si era radunata sulla piazza del paese; per estens., anche di animali, di veicoli: la setolosa f. [di maiali] Correr da monti suole o da campagne (Ariosto); Le f. delle vaghe api prorompono (Foscolo); una f. di barche, di carri. Locuz. avv. in frotta, a frotte, in gruppo, a gruppi più o meno numerosi: andare a frotte, fuggire in frotta; I fanciulli gridando Su la piazzuola in frotta, E qua e là saltando, Fanno un lieto romore (Leopardi).  (Treccani Online).Stumia, e Stummia.Definiz:     Schiuma. Lat. spuma, despumatio.Definiz:     §. Stumia di ribaldi, o simili, si dice per UIngiuria a dinotare eccesso di ribaldería.Esempio:     Tac. Dav. ann. 6. 113. Tiberio dicendoli stumie de' ribaldi, comandò a G. Cestio senatore, che quanto a lui ne aveva scritto dicesse al senato.Esempio:     Buon. Fier. 1. 3. 11. La stumia de' ribaldi veramente Si posson dir costoro.Esempio:     Malm. 7. 91. Andate, dice, o stummia di furfanti.  (Dal 4° Dizionario de La Crusca.).Caporani. Definiz di caporano: V. A. Uom principale, Maestro, e quasi Caporale degli altri. Lat. princeps, decurio. Gr. γεμών.Esempio:     Fr. Giord. Pred. S. Ma questo Fariseo queste cose non pensava, e però gli pareva essere un gran caporano. (Dal 4° Dizionario de La Crusca.).Invecerie. Invecerìa o inveceria: Definiz: V. A. Sceda, Vanità, Scempiaggine. Lat. nugae, gerrae, tricae, ineptiae. Esempio: M. V. 8. 47. Ed altre molte cose simili a queste, vane, e pompose, e piene di tante inveceríe, che forse a Dio ne dispiacque (i T. a penna hanno invecceríe). (Dal 4° Dizionario de La Crusca.).Spèglio s. m. [dal provenz. ant. espelh, che è il lat. speculum: v. specchio], ant. e letter. - Specchio: Quella ... Che sola agli occhi miei fu lume e speglio (Petrarca); Alfin di consigliarsi al fido speglio La tua dama cessò (Parini).  (Treccani Online).Avacciare v. tr. [der. di avaccio] (io avàccio, ecc.), ant. - Affrettare, sollecitare: quella angoscia Che m’avacciava un poco ancor la lena (Dante); rifl., affrettarsi: avacciandosi sopragiunse l’adirato marito (Boccaccio).  (Treccani Online).orranza, orrare, orrato. - Varianti ant. (per sincope e assimilazione) di onoranza, onorare, onorato.  (Treccani Online).Sprendiente: Splendente.Esempio 1: Se vo' vegno, e non veggo lo sprendïente viso (Betto Mettefuoco da Pisa - Amore, perche m' hai)Esempio 2: tant'è gioioso, fresco ed avenente: / volere e core meo, sie coraggioso, / perch'ami lo rubino sprendïente. / E sprendïente siete come 'l sole, / angelica figura e dilicata, (Dante da Maiano - O rosa e giglio e flore aloroso);Esempio 3: volere e core meo, sie coraggioso, / perch'ami lo rubino sprendïente. / E sprendïente siete come 'l sole, / angelica figura e dilicata, / ch'a tutte l'altre togliete valore. (Dante da Maiano - O rosa e giglio e flore aloroso).