Quid novi?

Marco Cavallo


VIII Di M. Marco Cavallo 1Non voler, Signor mio, più d’una stella Che in oriente folgorando intorno Al sol precorra e faccia il ciel più adorno, Che la eterna tua patria è troppo bella.Lascia a noi questa luce, tienti quella, Che fa sì vago l’alto tuo soggiorno, Che se là su la chiami farà scorno Co’ suoi bei raggi al sole e sua sorella.Ch’essendo qui fra noi veggio smarrita Spesso la luce lor: pensa che fia S’avvien che poi si trovi in ciel gradita. E chi sarà che lieto al mondo stia, Essendo priva questa mortal vita D’onestà, di valor, di leggiadria ? 2Sì come l’amorosa e vaga stella, Ch’a l’alba inanzi sempre apparir suole, Con suoi folgenti rai fa scorta al sole Fugando l’ombre in questa parte e in quella,Poi nel partir non men gradita e bella Lascia l’alme contrade oscure e sole, E la notte ne porta, onde si dole Il mondo e gli animai privati d’ella,Tal la mia donna, che da quella luce Prese il bel nome e i bei celesti rai, Col suo venir di notte il dì m’adduce;Ed or nel dipartir tenebre e guai A Roma lascia, a me sì oscura luce, Ch’io non vedrò più sol né giorno mai. 3Altero, sacro e ben gradito fiume, Che a le fiamme del ciel già fusti eguale, In te cadendo spense il suo fatale Foco Fetonte, e al fin restò tuo nume:Come perduto hai l’antico costume D’estinguer l’alte fiamme? Or foss’io tale Ch’in me spengessi l’alto ardor mortale Acceso pur d’un bel celeste lume.Ma veggio or ben che per girar del cielo E per lunga stagione insino l’acque Si mutan di natura e cangian stato;Ardon quest’onde il verno in mezzo il gielo, Poi che sul lito tuo tal luce nacque Che sol adombra, e ’l gran Po n’è beato. 4 Chiara donna, che i chiari ardenti rai Spargendo intorno illustri il bel paese In cui prima dal ciel per voi discese La beltà ch’ogni bel vince d’assai, Duolmi che pria tant’alto non mirai E che la cieca mente non comprese Lo splendor che dal ciel in voi s’accese, Che d’altra fiamma i’ non ardea giamai. Benché in ciò non io no, ma la natura Errò, che nascer femmi in parte donde Sol potea udir di voi la fama e ’l grido; La qual con voce chiara oltre misura Di voi cantando per l’estreme sponde Del mar già batte l’ale in ogni lido.Marco CavalloDa: Rime diverse di molti Eccellentissimi Autori (a cura di Lodovico Domenichi - Giolito 1545)