Quid novi?

Ecco pena dogliosa


Ecco pena dogliosa,Ecco pena dogliosa,che ne lo cor m'abondae sparge per li membrisì ch 'a ciascun ne ven soverchia parte:non ho giorno di posa,come nel mare l'onda.Core, che non ti smembri?esci di pena, e dal corpo ti parte.Molto val meglio un'oramorir, che pur penare:che non po' mai campareomo che vive in pene,né gaudio noi sovene,né pensamento ha che di ben s'apprenda.Tutti quei pensamentiche miei spirti divisasono pene e doloresenz'allegrar, che no li si accompagna;ed in tanti tormentiabondo in mala guisa,che 'l naturai coloretutto perdo, sì il core isbatte e lagna.Or si pò dir da amanti«che è ciò? perchè non more,poi che 'nsagnato ha 'l core?»Rispondo «chi lo 'nsagna,in quel momento stagna,non per mio ben, ma proba sua vertute».Re Enzo (1225-1272)Da: Antologia della Lirica Italiana a cura di Angelo Ottolini. Milano Casa Editrice R. Caddeo & C., 1923, pagina 21Bibliografia su Re Enzo (1225-1272):L. Frati, La prigionia di Re Enzo a Bologna, Bologna 1902.H. Blasius, K Enzio, Breslau 1885M. D. SZOMBATHELY, R. E. nella storia e nella leggenda, Bologna, 1912.