Quid novi?

Baldessare Stampa


XI Di M. Baldessare Stampa1 [*]Occhi, che la virtù vostra serena, Che già mi trasse all’amorosa rete, A me tenendo ascosa, rivolgete Quel ben ch’indi sperava in pianto e ’n pena, Se ’l vostro sguardo sol mi spinge e mena Come vi piace ad ore triste o liete, Perché col torto orgoglio pur volete Tormi il piacer che miei tormenti affrena? Fugge al vostro apparir, lumi beati, Ogni oscuro che cinga l’aria nostra, Sol contra me l’usanza è fiera e nova: Se vostro io sono, onde è che sete armati, Lasso, a mio danno? Ma se voglia vostra È pur ch’io mora, ecco il morir mi giova. 2O per cui sola ad alto onor m’invio, Donna gentil, che ’l basso mio pensiero Scorgete al ciel per vago almo sentiero A contemplar le intelligenzie e Dio,In voi s’erge e si specchia il mio desio, E mirando ivi accolto il pregio altero E l’onestade e tutto il bene intero, Frena l’ardir del senso frale e rio.Indi per la beltà vostra infinita Di grado in grado puro e lieto poggia, Sì che giunge a la vera eterna vita;Così la mente al suo Fattor s’appoggia E degno effetto al vostro amor la invita, Poi che per voi nel suo riposo alloggia.3 Misero, che agghiacciando avampo ed ardo, E per temprar col pianto il foco interno Gli amari affanni e l’alta doglia eterno, E con due morti in vita mi ritardo; Sperando temo, or debile or gagliardo, E morto i’ vivo in dolce orrido inferno, E pur mi reggo senza alcun governo, E caccio tigri a passo infermo e tardo. A me ribello io sono, altrui fedele, E duolmi, rido, e guerreggiando in pace Faccio gli sensi a la ragione scorte; Dolce l’assenzio parmi, acerbo il mele, E mi pasco di quel che mi disface: Così strani accidenti ha la mia sorte.Baldessare StampaDa: Rime diverse di molti Eccellentissimi Autori (a cura di Lodovico Domenichi - Giolito 1545)