Quid novi?

Er bene pe li Morti


Er bene pe li MortiOggi se dà ccomincio (1) all’ottavariode li poveri Morti; e ddite puro (2)che ttra ppredica, moccoli, e rrosario,se (3) vòta er purgatorio de sicuro.Se sa, (4) a le donne, llì mmezz’a lo scuro,quarche ppízzico ar culo è nnescessario.Quarche smaneggio tra la porta e ’r muroserve a li vivi pe un tantin de svario.Ecco er fine de tante bbaraonne (5)de regazze che vvanno pe le cchiese.Quest’è ’r carnovaletto de le donne.Tutte sciànno (6) piú o mmeno er zu’ racchietto, (7)e llí, ssiconno (8) er genio der paese,fanno l’amore senza dà ssospetto.Giuseppe Gioachino Belli1° novembre 1833Sonetto 1009Note:1 Si dà principio.2 Pure.3 Si.4 Si sa.5 Baraonde: frotte.6 Ci hanno, semplicemente «hanno».7 Il suo ganzo.8 Secondo.Marcello Teodonio (Il Calendario del Belli, Tascabili economici Newton, 1995) commenta, tra l'altro:Smaneggio = testamentoRacchietto = ragazzo, innamorato (scrive Vighi che la parola racchio ha subito in un secolo, per influenza del napoletano, un capovolgimento semantico; al tempo del Belli racchia si diceva di "giovinetta leggiadra, e per lo più polputella", come spiega Belli in una nota.... Ma a leggere questo sonetto, l'occasione dell'ottavario era propizia per attività che di spirituale avevano davvero ben poco, visto che, approfittando del'oscurità e della promiscuità delle funzioni, tra pizzichi e smaneggi qualcosa si poteva senz'altro rimediare. E' questo un tema boccaccesco e libertino su cui Belli torna più volte, anche in una poesia italiana.