Quid novi?

La Festa de Noantri


"La festa dura alcuni giorni, definiti scherzosamente «otto giorni di caciara» e coinvolge un po’ tutti, trasteverini, appartenenti agli altri rioni e turisti, mentre si rinnovano le tradizioni, ritornano caratteristiche cerimonie e si ripetono antichi riti.La devozione alla vergine del Carmelo è un elemento essenziale della festa che sorse in suo onore e che è detta «de noantri» in quanto la Madonna del Carmelo (o Carmine) è nostra protettrice (dicono i Trasteverini).Fu un appartenente all’ordine dei carmelitani, Simone Stock, a creare questa festa della Madonna che fu detta del Carmine (forma più comune del termine Carmelo, il monte della Palestina dove vivevano alcuni religiosi).La Vergine apparve nel 1251 allo Stock che volle ogni anno ricordare l’evento miracoloso; e dal 1386 si celebrò questa festa alla metà di Luglio e venne estesa, dopo il 1394, a tutte le chiese da Benedetto XIII.La statua della Madonna, vestita da terziaria carmelitana non reca in braccio il Bambino, ma protende le braccia in basso.Ha un ricchissimo corredo di abiti di seta celesti, gialli, bianchi con ricami in oro, tre manti che le donò, la principessa Bianca Caracciolo del Fiorino e corone d’argento o di metallo decorate con gemme.Ogni anno la vestono con abiti diversi le suore oblate agostiniane di S. Pasquale del convento di Via Anicia.Due leggende sono all’origine della festa: alcuni pescatori trassero un giorno dalle acque del Tevere la statua della Madonna e la portarono nel loro quartiere per festeggiarla; la Madonna apparve a Simone Stock che istituì la «Confraternita dello Scapolare» in quanto la Madonna aveva fatto la promessa che tutti quelli che avessero indossato lo scapolare, o abitino, sarebbero stati da Lei protetti nel momento della morte.Alla sacra statua è legato il ricordo dei due còrsi, non altrimenti menzionati, due fratelli scultori del Seicento che acquistarono fuori Porta del Popolo un grande albero, per scolpirvi l’immagine che ancora oggi è oggetto di venerazione.La processione è solenne e affascinante: la statua è preceduta da un drappello di guardie di pubblica sicurezza a cavallo ed è portata su una «macchina» già attribuita al Bernini, ma attualmente sostituita da un’altra del Novecento, sostenuta dalla robuste spalle di baldi giovanotti. Seguono un corteo di bambine con l’abito della prima Comunione o con le ali da angioletti, le comunità religiose, le confraternite, la banda comunale, le autorità cittadine tra i gonfaloni rionali retti da «fedeli di Vitorchiano» e poi il popolo.La statua, dopo aver attraversato le vie del rione Trastevere, viene portata nella chiesa di S. Crisogono, dove resta esposta, per la devozione dei fedeli per tutto il tempo dei festeggiamenti e infine è riportata a Sant’Agata.Quando la processione giunge davanti al convento delle oblate agostiniane di S. Pasquale in via Anicia, i portatori piegano in avanti la «macchina», per far inchinare la Madonna in segno di saluto verso quelle suore che hanno il compito di vestirla con begli abiti.Nei tempi passati la processione veniva chiamata dei Bucaletti perché curata dalla compagnia dei fabbricanti di bucaletti o boccali; ma i bucaletti c’entravano anche perché pieni di vino venivano offerti dalle donne ai portatori della «macchina»."Brano tratto da: Carpaneto G., Villa C., Cerchiai C., Quercioli M., Manodori A. (2005), I rioni di Roma - Storia, segreti, monumenti, leggende, curiosità, Volume III, Newton & Compton Editori, Roma