Quid novi?

Ubaldino Ubaldini del Cervo


Ubaldino Ubaldini del CervoÈ il primo poeta volgare che abbia operato un abbastanza sensibile distacco dal latino e dal provenzale. 1 suoi versi sono rozzi, ma hanno il pregio d'iniziare e palesar le mosse di un primo periodo di transizione. Non si conosce l' epoca della nascita o della morte di questo primo diremo piuttosto rimatore che poeta ; si ha nondimeno per certo che fu contemporaneo di Federico I. Narrasi avere l'Ubaldini, in una caccia che Federigo avea data, arrestato e rattenuto per le corna un cervo fuggitivo, in modo che quegli sopraggiungendo potè ucciderlo a suo agio. L' importanza allora data dai principi a questa sorta di divertimenti fece risaltare un cosi futile servigio agli occhi dell'imperatore, il quale troncata la testa dell'animale ne fece un presente all' Ubaldino autorizzandolo a farne la propria arme gentilizia. Riportiamo un tale aneddoto perchè da esso furono originati i versi che noi offriamo al leggitore.Con lo meo cantareDallo vero vero narrareNullo ne diparto :Anno millesimoChristi salute centesimoOctuagesimo quartoCacciato da veltriA furore per quindi eltri (1)Mugellani cespi un cervoPer li corni ollo fermato,Ubaldino genio anticatoAllo Sacro Imperio servo;U et co piedi ad avacciarmi (2)Et con le mani aggrapparmiAlli corni suoi dun tracto,Lo magno sir FedricoChe scorgeo lon tralcico (3)Acorso lo svenò di facto;Però mi feo don dellaCornata fronte bella,Et per le ramora degna:Et vuole che la siaDe la prosapia miaGradiuta insegna:Lo meo padre è UgicioE Guarento avo mioGià d' Ugicio già d'AzoDello già UbaldinoDello già GotichinoDello già Luconazo.Ubaldino Ubaldini del CervoNote (di Carlo Arrivabene):1. eltri per entri.N.B. La lettera l è spesso nei più antichi scambiata in n. - Ora persino in Iesi, e più alzandosi tra gli Abbruzzi, la pronunzia del dialetto non si discosta da ciò.2. avacciarmi etc. - «Affrettandomi con piedi e mani di aggrapparmi ad un tratto alli suoi corni (cioè del cervo) fui veduto dal magno sire Federico che scorgea (mirava) il mio intralcio, e d'un colpo, accorrendo, lo svenò.» È vano il notare che tralcico, o intralcio, in questo verso indica proprio quella lotta di Ubaldino che trovavasi avvinghiato tra le ramora (cioè rami, o tralci) delle corna del cervo.(3) tralcico per intralcio. - Leggasi lo 'ntralcico, cioè lo intralcico.Tratto da:I Poeti Italiani Selections from the Italian Poets forming an historical view of the development of Italian Poetry from the earliest times to the present. With Biographical notices by Charles Arrivabene Deputy Professor of the Italian Language and Literature in the London University College. London: P. Rolandi - Dulau & C, 1855, pagina 37-38.Links ai volumi reperibili su internet:https://books.google.it/books/about/I_poeti_italiani.html?id=n_orAAAAMAAJ&redir_esc=yhttps://archive.org/details/ipoetiitalianise00arriuofthttps://openlibrary.org/books/OL24436187M/I_poeti_italiani